E’ certamente sorprendente quanto emerge da uno studio del Centro Altamedica di Roma, sottoposto al Journal of Medical Virology. “Non lo sappiamo, non esistono mezzi scientifici per conoscere dove ci si contagia di più, ma possiamo sapere quali siano i luoghi dove ci si contagia meno o affatto: palestre, bar, ristoranti, cinema e teatri” – spiega il direttore scientifico di Altamedica, Claudio Giorlandino – “Si tratta del primo studio scientifico di esclusione della sede di contagio. Infatti, benché non sia possibile stabilire dove ci si contagi giacché i comportamenti, movimenti e contatti della popolazione siano estremamente vari ed i contagiati possano essere stati infettati in un numero indefinito di luoghi od occasioni anche contingenti od occasionali, è invece estremamente semplice verificare le sedi di frequentazione ed escludere quelle dove la popolazione dei positivi non si sia recata nei 10/15 giorni precedenti il riscontro del virus nel loro tratto respiratorio superiore” – ha sottolineato il direttore scientifico di Altamedica “si tratta di valutare i luoghi definiti sensibili o a rischio di trasmissione e verificare, de facto, se i contagiati li avessero visitati e con quale frequenza, nei 15 giorni precedenti il tampone positivo. I soggetti studiati sono tutti asintomatici. E per i soggetti asintomatici o paucisintomatici la letteratura scientifica ritiene che il virus nel tampone rinofaringeo duri al massimo 15 giorni. Quindi basta tornare indietro di 15 giorni e verificare se, in quel lasso di tempo, si sono frequentati certi ambienti o meno”. Ecco alcuni dati: il 97% dei contagiati non aveva frequentato ristoranti; il 94% non aveva frequentato cinema e teatri; il 95% non aveva frequentato le palestre. Il 58% al contrario aveva utilizzato il trasporto pubblico. Appare quanto mai strano che in questo studio non siano state inserite sale scommesse, sale bingo e sale giochi che sono soggette a protocolli molto rigidi e dove il contatto tra persone ed il rischio “assembramento” è di fatto limitato se non inesistente. Nelle sale scommesse, bingo e slot, inoltre, le mascherine sono sempre indossate, mentre nelle attività sopracitate, viste le loro caratteristiche, questo non avviene. Inoltre, al momento non risultano focolai riconducibili a questo tipo di attività e quindi il basso o nullo rischio di contagio potrebbe riguardare anche le sale dove si offre gioco pubblico. es/AGIMEG