D’Ambrosio (Comitato Presidenza GiocareItalia) ad Agimeg: “Situazione molto grave per i gestori slot, con questi ristori non si va da nessuna parte. Ci vuole qualcosa di più e come Confederazione abbiamo avanzato al Governo una proposta di avere un minimo al di sotto il quale non si deve andare”

“Mi auguro che i Dpcm che hanno portato a queste restrizioni abbiano risultati sul numero contagi. Purtroppo la nostra esperienza nel settore non ci aiuta a dare risposte su possibili riaperture, noi come altre attività economiche siamo legati all’andamento dei contagi. Forse si ripartirà a gennaio, a marzo invece sarebbe la fine di tutto”. E’ quanto ha dichiarato Enrico D’Ambrosio del Comitato di Presidenza della Confederazione GiocareItalia, nel corso della diretta con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, dedicata ai rimborsi alle imprese di gioco e riapertura sale giochi, sale scommesse e sale bingo.
Era possibile fare di più per evitare il secondo lockdown? “Il Premier Conte ha detto che le attività sono state chiuse non perché rischio di focolai, ma per non creare situazioni di uscita da parte delle persone, è stato molto chiaro su questo punto. Oggi in questa fase non critico la chiusura, critico i ristori, che non ci permettono di mantenere la forza lavoro, di non pagare gli affitti. In altre nazioni ci sono ristori reali per chi ha chiuso, mentre in Italia manca la costruzione di un futuro, di un mantenimento di quanto fatto da noi imprenditori, non solo del settore del gioco. La ristorazione è aperta – ha detto D’Ambrosio – ma è come se fosse chiusa, un ristorante non può mantenersi con l’asporto o con l’apertura solo a pranzo. Come categoria non dobbiamo recriminare nulla, abbiamo fatto il possibile anche con le slot, che rappresentano un gioco singolo, in cui si gioca lontano da tutti e nonostante questo abbiamo mantenuto le distanze. Il fatto è che in questo momento storico lo Stato non può permettersi di perdere posti di lavoro e attività commerciali”.
Per D’Ambrosio il decreto ristori non è sufficiente. “Ci vuole qualcosa di più, per questo motivo come Confederazione abbiamo avanzato al Governo una proposta di avere un minimo al di sotto il quale non si deve andare. Parlo del settore slot, per il quale siamo riusciti a far inserire il codice Ateco 92002 nel decreto Ristori che ha rappresentato una vittoria, ma non dimentichiamo che le AWP da 7 anni subiscono un aumento della tassazione e i costi dei cambi di schede. Tra l’altro abbiamo ottenuto solamente il 100% dei ristori, contro il 200% o il 400% di altre categorie. La situazione è molto grave per i gestori slot, con questi ristori non si va da nessuna parte. Spero che il Governo prenda provvedimenti quanto prima, al momento vedo solo spot”.
“Bisogna fare in modo che al prossimo lockdown, se le attività si trovano nelle zone gialle, possano operare. Quello che chiedo è avere maggiori controlli, mentre veniamo chiusi a prescindere, sia se rispettiamo le norme sia se non le rispettiamo. Se manteniamo le condizioni per non avere contagi, perché dobbiamo essere chiusi? E’ un paradosso, siamo in balia di persone al Governo senza esperienza. Ciò che mi fa paura è che tutto questo non riguarda solamente il settore gioco, ma anche altri settori”, ha concluso. cr/AGIMEG