Chiusura sale scommesse, sale bingo, sale giochi, Chiacchio (Pres. GiocareItalia) ad Agimeg: “Chiediamo sospensione versamenti dell’imposta unica e del Preu per almeno 12 mesi. Va ricostruita credibilità del settore: o si salva tutto insieme o va a fondo completamente”

“Alla politica abbiamo presentato diverse proposte per aiutare il settore, che si trova a fare i conti con un secondo lockdown. In primo luogo aumentare i ristori: per il nostro settore questi mesi di ottobre, novembre e dicembre rappresentano l’ ‘alta stagione’. Saltando questo periodo ci rimangono periodi meno produttivi, per questo abbiamo chiesto ristori maggiori. Siamo soddisfatti per l’inserimento, nel Decreto Ristori bis, del codice Ateco corrispondente agli apparecchi da intrattenimento, ma chiediamo anche di sospendere le scadenze dei versamenti dell’imposta unica e del Preu per almeno 12 mesi. Dalla ripartenza delle nostre attività chiederemo di applicare un prelievo emergenziale che non sia superiore al 50%. Inoltre abbiamo chiesto un incontro con sistema bancario, che ci sta penalizzando oltremisura per i cosiddetti codici etici, che vogliamo vengano eliminati. In altre parole, si tratta di riformare l’intero settore. Siamo disponibili a confrontarci anche con altre confederazioni, alla politica deve arrivare un solo messaggio: dobbiamo ricostruire una credibilità del settore per non essere discriminati da banche e istituzioni, ma dobbiamo fare in modo che il nostro settore non crolli”. Lo ha dichiarato Pasquale Chiacchio, Presidente della Confederazione GiocareItalia, nel corso della diretta con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, dedicata a rimborsi alle imprese di gioco e riapertura sale giochi, sale scommesse e sale bingo.
“Stiamo lavorando e confrontandoci con la politica per far riaprire il prima possibile, abbiamo chiesto che il settore dei giochi venga trattato allo stesso modo di altre attività similari alla nostra. Ora tutto dipende dai contagi, se continuano a salire tutte attività produttive continueranno ad essere penalizzate”, ha detto Chiacchio, che in merito alla (ingiustificata) ‘cattiva reputazione’ del settore del gioco ha affermato: “Le responsabilità sono varie, ma non serve dare la colpa a qualcuno. Finora è stata fatta una cattiva comunicazione, in quanto la terza industria del Paese, che produce 11 miliardi di euro l’anno per lo Stato, deve comunicare che queste risorse vanno investite per costruire ospedali, opere pubbliche, scuole. Il grande pubblico ci vede come il male, eppure ci sono ancora attività aperte di gioco, ma appartengono al mercato illegale. Chi fa illegale deve essere punito severamente, dobbiamo metterci insieme e chiedere un tavolo di confronto permanente per ricostruire le regole del settore, che al momento stanno portando solamente tante difficoltà al mercato legale. Ci stiamo confrontando con la politica, che a volte prende provvedimenti non conoscendo perfettamente le diverse anime del settore. Questo comparto deve essere unito, una volta per tutte: o si salva l’intero settore, o va a fondo completamente”, ha concluso il Presidente di GiocareItalia. cr/AGIMEG