“Nei DPCM non ci nominano mai. Non so perché si vergognano di noi. Forse per via di qualche falso moralismo e per preservare le loro prospettive elettorali. Il dato di fatto? Oltre la metà delle aziende di gioco legale stanno pagando un carissimo prezzo nella crisi generata dal Covid-19. Considerate che in Italia il settore del gioco impiega oltre 120mila lavoratori e nella sola Campania ad oggi si contano già più di 2.700 sale chiuse. E il bilancio purtroppo è pronto a peggiorare”. E’ quanto afferma il titolare di due agenzie di scommesse e una sala giochi in Campania, Francesco Schisano, in un’intervista al ‘Corriere del Mezzogiorno’. “Per quanto mi riguarda la cosa più difficile è non riuscire a dare risposte ai nostri dipendenti su una data di apertura e sulle misure che sarà necessario adottare. Nonostante tutti gli sforzi fatti da tutti noi per ripartire in sicurezza permane una sorta di ostilità nei confronti del gioco pubblico, senza considerare che così facendo si torna indietro di 20 anni dando ampi spazi di crescita al mercato delle scommesse e del gioco illegale, che da mesi sfrutta questa opportunità. Eppure – prosegue Schisano -, a ogni finanziaria è aumentato il Preu che incide non poco sui nostri guadagni. E’ incrementato anche quest’anno. Era già previsto ma non ha subito modifiche nonostante la situazione complicata creata dal Covid-19, determinando la chiusura delle attività per oltre 6 mesi nel 2020. Nel DPCM natalizio siamo stati completamente ignorati e temiamo che la chiusura si protrarrà oltre il 15 gennaio. Il tutto senza tenere i costi e gli investimenti fatti per adeguarci alle norme di sicurezza. In questo periodo siamo riusciti a salvare solo il 30-40% del fatturato nei pochissimi mesi di riapertura. Tra l’altro il calo l’hanno subito anche le entrate erariali. nel 2019 lo Stato aveva incassato oltre 11 miliardi di euro dal settore dei giochi mentre nel 2020 il gettito previsto è di circa 7 miliardi di euro. Serve chiarezza nel modo di percepire chi fa il nostro lavoro. Non siamo venditori di morte o illegalità – conclude Schisano – ma siamo lavoratori onesti che fanno della legalità il loro orgoglio. Aprendo vinciamo tutti, lo Stato che incassa, noi che riusciamo a sopravvivere e i tanti lavoratori del comparto”. ac/AGIMEG