Nuovo anno e nuovo Dpcm. Dopo i 22 Dpcm del 2020, si riparte con il primo decreto del 2021. Il 6 gennaio termineranno le restrizioni previste per il periodo delle festività e dal 7 gennaio le regioni torneranno a dividersi in zone rosse, arancioni e gialle. Ci saranno quindi regioni di fatto ancora in lockdown ed altre dove le attività saranno più “libere”. Il 15 gennaio terminerà anche il periodo di validità del Dpcm del 3 dicembre scorso che aveva stabilito chiusure misure restrittive. Ma non sembra esclusa l’ipotesi, visto l’andamento dei contagi degli ultimi giorni che un nuovo Dpcm possa essere fatto prima della scadenza del 15 gennaio. Già oggi si riunirà il vertice di maggioranza dei capidelegazione per decidere come procedere.
Regioni divise in zone rosse, arancioni e gialle
Non è più così scontato che le regioni tornino tutte in zona gialla, anzi sono diverse le Regioni che già a partire dal 7 gennaio potrebbero entrare direttamente in zona arancione o rossa. Le ipotesi che si stanno vagliando in queste ore sono due: nuovi criteri per l’Rt, così da far scattare prima l’entrata in zona arancione o zona rossa delle Regioni oppure nuove restrizioni a livello nazionale con zone rosse per tutta Italia nei festivi e prefestivi e quindi in tutti i fine settimana per almeno un mese (con limitazione sugli spostamenti tra comuni e regioni anche negli altri giorni della settimana). Si andrebbe così a finire ai primi di febbraio.
Anche l’Istituto Superiore di Sanità, nell’ultimo report, ha definito ancora “grave” la situazione epidemiologica in Italia, sottolineando come le restrizioni debbano essere ancora mantenute per diverso tempo. Tra l’altro il famoso indice Rt e pari o sopra all’1 in diverse regioni. Veneto, Liguria e Calabria rischiano di andare in zona arancione, con rischio di andare in zona rossa con le prossime rilevazioni. In bilico anche Lombardia, Puglia e Basilicata, così come l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia e le Marche. Ricordiamo che la zona gialla, il livello minimo, non prevede particolari restrizioni oltre quella del coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. La zona arancione non permette spostamenti fuori dal Comune salvo casi di necessità e lavoro, mentre la zona rossa non permette spostamenti fuori casa salvo casi di necessità e lavoro.
Nuovo Dpcm: le ipotesi
Appare scontato che verrà mantenuto il coprifuoco dalle ore 22:00 alle 5:00, l’obbligo di indossare le mascherine, il distanziamento sociale, il divieto di assembramento. I sindaci potranno decidere misure più restrittive, ad esempio chiudendo strade o piazze. Potrebbero invece variare i parametri per stabilire quali attività riaprire. Gli enti locali hanno infatti inviato all’Istituto Superiore di Sanità un documento che interviene sui 21 indicatori che influiscono sull’assegnazione del “colore” alle regioni. Una delle proposte, segnala l’Ansa, riguarda il calcolo dei tamponi (sia antigenici sia molecolari) che potrebbe influire sul tasso di positività di fatto riducendolo. Si pensa anche ad un abbassamento dell’indice Rt per far scattare le misure: da 1,50 a 1,25 per entrare in zona rossa e da 1,25 a 1 per quella arancione. Se l’ISS accetterà le indicazioni del documento in questione, la modifica dei parametri potrebbe esserci proprio nel prossimo Dpcm che potrebbe essere anticipato per predisporre le nuove misure dal 7 gennaio.
Cosa succederà con il nuovo DPCM
Il Comitato Tecnico Scientifico dovrà valutare il possibile via libera alle attività rimaste chiuse in particolare, segnalano fonti istituzionali ad Agimeg, quelle legate ai settori dello sport e dello spettacolo. Ricordiamo che bar e ristoranti potranno essere aperti soltanto nelle zone gialle (sempre valide le regole di massimo 4 persone a tavola ed apertura consentita fino alle 18:00) mentre nelle altre zone sarà consentito solo l’asporto. Sulla chiusura di cinema, teatri, musei (in questo caso ci sono ipotesi di una apertura ma con ingressi contingentati e prenotazione obbligatoria), palestre e piscine in tutta Italia, molto dipenderà dalle valutazioni della situazione epidemiologica da parte del Comitato Tecnico Scientifico. Ma vista la situazione attuale, appare al momento improbabile che le suddette attività possano ripartire già a metà gennaio. Intanto è stata rimandata anche la riapertura degli impianti sciistici, il cui via è stato fissato per il 18 gennaio con una nuova ordinanza firmata nelle ultime ore. Situazione ancora da districare per la scuola. L’ordinanza del 24 dicembre del ministro della Salute Roberto Speranza ha ridotto la presenza in classe al 50% solo per la prima settimana di riapertura, quella dal 7 al 15 gennaio. Il nuovo Dpcm potrebbe stabilire le regole sulle lezioni in presenza, a seconda del “colore” della Regione.
Sale giochi, sale scommesse, sale bingo
Per quanto riguarda il settore del gioco pubblico, il Governo avrebbe già escluso un allentamento delle misure restrittive attuali per sale giochi, sale scommesse e bingo. Ad oggi sembra inevitabile uno scenario che prevede un prolungamento della fase emergenziale e quindi della chiusura delle sale almeno fino a metà/fine febbraio. Come appreso da Agimeg da fonti interne al settore, alcuni concessionari avrebbero previsto piani industriali per il 2021 che prevedono la riapertura dopo il primo Dpcm dell’anno, quindi proprio a febbraio inoltrato o primi giorni di marzo. Lo scenario peggiore per il comparto del gioco pubblico sarebbe una chiusura prolungata fino alla prossima primavera. Ipotesi da non sottovalutare, se è vero che molti i virologi hanno evidenziato la possibilità di una terza ondata della pandemia che avrebbe conseguenze disastrose sulla campagna di vaccinazione appena avviata, motivo per il quale le attività considerate ‘non essenziali’, come sale giochi, sale scommesse e bingo, ma anche cinema, concerti e teatri, potrebbero continuare a subire uno stop prolungato, attraverso un nuovo DPCM. sb/AGIMEG