“Il nostro gruppo Facebook di “Uniti per il Bingo” conta oltre 3mila membri. Il settore è accomunato dal senso di impotenza verso le decisioni del Governo. Inviterei i rappresentanti delle istituzioni a visitare una delle nostre sale, perché a parer mio c’è molta ignoranza sul nostro settore. E’ indicativo che con il DPCM di ottobre ci hanno imposto limite chiusura alle ore 21, ma per i ristoranti era a mezzanotte. Ricordo che nelle sale bingo gli ingressi sono contingentati, c’è misurazione della temperatura all’entrata e i tavoli sono da 4 o da 3 mentre nei ristoranti erano da 8”. E’ quanto afferma l’amministratrice del seguitissimo gruppo Facebook “Uniti per il Bingo”, Deborah Cinque, durante la diretta con il direttore di Agimeg Fabio Felici. “Servono misure eque per tutte le categorie perché ogni lavoro onesto è essenziale. Ci hanno danneggiato durante il periodo natalizio che è uno dei più importanti dell’anno a seguito di tutti gli investimenti che le aziende del gioco hanno fatto per mettere tutto a norma. Mi sembra una caccia alle streghe – prosegue Cinque -, sono convinta che non siamo certo chiusi a causa del Covid. I motivi sono altri. Il discorso della ludopatia non è accettabile, poiché ogni cosa portata all’eccesso diventa pericolosa ed è stato dimostrato che ci sono altre dipendenze con numeri ben più alti. Voglio aggiungere che la cassa integrazione è meno della metà dello stipendio per il solo fatto che è prevista nel decreto Cura Italia viene considerata un bonus e ci preclude la possibilità di partecipare a vari bonus regionali. Io voglio lavorare, non voglio l’elemosina dello Stato ma il mio stipendio. Non sarà manifestazione normale – conclude Cinque -, andiamo là per rimanerci, non durerà un giorno. Rinnovo l’appello a tutte le colleghe e a tutte le donne del settore. Ringrazio tutti coloro che ci supportano. Noi siamo pronte a combattere”. ac/AGIMEG