Lettera di denuncia, ai giornalisti Nicola Porro e Mario Giordano, contro l’abuso per la chiusura delle sale giochi, scommesse e bingo

Non solo il mondo politico ma anche quello giornalistico viene visto, dal settore del gioco legale, come un soggetto con il quale confrontarsi e ricevere aiuti e risposte. E’ il caso dei giornalisti Nicola Porro (conduttore del programma “Quarta Repubblica” in onda su Rete4 tutti i lunedì alle 21:30) e Mario Giordano (conduttore del programma “Fuori dal coro” in onda su Rete4 tutti i martedì alle 21:30). Sono infatti loro i destinatari della denuncia effettuata da Laura Comotto, titolare di una sala scommesse a Genova, sulla discriminazione che sta subendo il settore del gioco legale. Ecco la lettera inviata ai due giornalisti: “Gentilissimi Nicola Porro e Mario Giordano, mi chiamo Laura Comotto, gestisco dal 2000 un negozio Snai. Vi sto scrivendo non solo per me, ma come portavoce della nostra categoria che racchiude migliaia di lavoratori. Dopo il primo lockdown, quando tutti i settori sono tornati operativi, per riconquistare il nostro diritto al lavoro siamo dovuti andare a manifestare a Roma. Purtroppo ad ottobre con la seconda ondata del virus siamo stati chiusi nuovamente. Io, noi non vogliamo essere “mantenuti” dallo Stato. Chiediamo solo di tornare al nostro lavoro alla nostra vita. Tutti noi ci siamo adeguati ai protocolli, investendo denaro, tutti noi attenti a rispettare le regole anti contagio e tutti noi possiamo contingentare l’accesso degli avventori alla nostre sale. Perché allora noi chiusi ad oltranza? Oltretutto questi ultimi mesi di chiusura sommano al danno la beffa, visto che gli avvenimenti sportivi ed ippici non si sono fermati. Questa chiusura immotivata da parte del Governo non è dettata da una consapevole evidenza scientifica (noi chiusi ed i casi di covid aumentati) ma piuttosto da una discriminazione, da un abuso di potere contro una categoria che non può esercitare il suo diritto costituzionale al lavoro. Legati alle migliaia di lavoratori ci sono anche le relative famiglie. Oltre il danno economico che stiamo subendo, viviamo con un costante senso di angoscia e fallimento. Che motivo abbiamo per alzarci al mattino? Che clima facciamo vivere ai nostri figli? Siamo persone normali con vite normali e con un’attività normale, perché ci stanno facendo questo? Vi ringrazio per l’attenzione che potrete darci”. lp/AGIMEG