Chiusura sale scommesse, inventò la “gincana” per proteggersi dal distanziometro: “Il lockdown ci ha distrutto. Ho riconsegnato la licenza, le mie agenzie hanno perso tutto il loro valore e mi ritrovo senza nulla. Cancellata una vita di lavoro”

Tutta Italia aveva parlato di lui (ci fu anche un servizio di Striscia la Notizia) e dell’idea di eludere il distanziometro, che avrebbe messo a serio rischio la sua attività ultratrentennale, attraverso un percorso a gincana (in quel modo si arrivava ai 500 metri chiesti dal regolamento comunale) per arrivare alla sua sala scommesse di Cesena. Agimeg fu il primo mezzo di informazione a dare risalto alla questione. Esattamente un anno fa Daniele Ferrini aveva dichiarato ad Agimeg la sua volontà di continuare a resistere nonostante: “stiano provando a farci chiudere in tutti i modi ma non ci arrendiamo”. Ma lì dove non aveva potuto  il distanziometro, è riuscito il Covid-19 e i conseguenti lockdown con la chiusura di molte attività, tra cui le sale giochi, sale scommesse e sale bingo.

Una battaglia persa

“I politici che impongono distanze, fasce orarie, chiusure si battono per la salute, ma a me chi pensa? Alla mia salute chi ci pensa, che sono in cura da due anni e prendo pastiglie su pastiglie per poter dormire?” – sottolinea ad Agimeg Ferrini -“Quella della gincana per arrivare alla mia sala scommesse era solo una trovata per far capire quanto fosse assurda quella legge e invece l’hanno presa come un’offesa personale” A distanza di un anno, Ferrini ammette che quella battaglia l’ha persa “ho riconsegnato la licenza“. Gli rimane un’altra sala a Cesenatico “al momento siamo chiusi per le misure anti-Covid”. L’emergenza sanitaria è un problema che si è aggiunto: “Alla prima ondata, i dipendenti hanno preso la cassa integrazione, io ho avuto qualche storno. Adesso, fino a 15 giorni fa, i dipendenti non avevano ricevuto nulla, ma comunque – secondo le previsioni – dovrebbero percepire la cassa integrazione entro la metà di gennaio”. Ma quando riaprirà, anche a Cesenatico dovrà battersi per le distanze: “anche per quella agenzia ho già ricevuto la lettera con cui il Comune mi intima di chiudere per il mancato rispetto delle distanze”. E poi si sfoga: “Se il Comune mi avesse proposto un accordo, se mi avesse fatto un’offerta per chiudere o spostarmi, l’avrei accettata. Ma così semplicemente le mie agenzie hanno perso tutto il loro valore e solo qualche anno fa valevano moltissimo. Io contavo di venderle per garantirmi qualcosa come pensione, adesso mi ritrovo senza nulla“. E ancora: “E’ una tragedia, mi hanno rovinato la vita. Non sono nemmeno arrabbiato, sono avvilito: tutto quello che ho fatto nella vita è stato cancellato“. E quindi si chiede cosa succederà all’intero settore del gioco: “I bandi di gara per le nuove concessioni per le scommesse li dovranno fare prima o poi. Ma se non è rimasta nessuna agenzia aperta, siamo sicuri che ci sarà tanta gente disposta a credere ancora in questo settore? “. gr/AGIMEG