Chiusura sale giochi, sale bingo, sale scommesse, il Messaggero: “Già persi 50.000 posti di lavoro e nel 2021 a rischio altri 45.000”. Ecco quanto guadagna il mercato del gioco illegale

“Da marzo dello scorso anno, da quando il governo Conte ha decretato il lockdown e ha chiuso le sale scommesse legali, le cronache locali si sono riempite di operazioni dei Monopoli do Stato, della GdF e dei carabinieri con la coperta di sale fuori legge. Gli esperti parlano di un vero e proprio boom dell’illegale”. L’allarme lo lancia Andrea Bassi, nell’articolo “Sale legali chiuse eppur si gioca. Boom dell’illecito” pubblicato oggi sul Messaggero. “Il vuoto lasciato dal settore legale è stato immediatamente riempito dall’illegale che ha trovato davanti a sé una prateria libera. Le inchieste giudiziarie “All in”, “Mani in pasta” Totem” “Galassia” hanno mostrato cime le mafie, dall’ndragheta alla camorra, abbiano fiutato immediatamente l’affare. I sequestri e le inchieste sono solo la punta dell’iceberg”. Sul fronte opposto c’è un settore del gioco legale “allo stremo. Dopo anni di guerra ideologica al gioco pubblico che ha portato a stringenti normative regionali e comunali che già avevano lasciato ampi spazi all’illegale, la pandemia con la chiusura delle sale sta dando il colpo di grazia”. Secondo il Messaggero, nel 2020 il settore ha perso un terzo degli addetti, passati nel giro di 12 mesi da 150mila a appena 100mila, e “il 2021 rischia di essere un’apocalisse, con la perdita di altri 45mila posti di lavoro”. Anche per questo il settore scenderà in piazza giovedì – sia a Roma che a Milano – per chiedere che le sale da gioco vengano riaperte. Nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza anti-Covid, ovviamente, “come accaduto per altre attività economiche”. A rimetterci comunque è anche l’Erario che nel 2021 rischia di dover fronteggiare un buco simile a quello del 2020, complessivamente il settore del gioco riverserà nelle casse dello Stato circa 10 miliardi di euro in meno, soldi che però “Non scompariranno, diventeranno il profitto dell’illegale”. Secondo MAG infatti il settore illegale nel 2019 ha raccolto giocate per 12 miliardi e ha conseguito profitti per 3,5 miliardi. Nel 2020 le giocate sono salite a 18 miliardi, e il guadagno a 4,5 miliardi. Quest’anno si rischia di raggiungere i 22 miliardi, con i profitti che supereranno i 5 miliardi.

Il fatturato del 2020 è calato “dell’80 per cento suppergiù”, i guadagni dei mesi estivi – quando è stato possibile riaprire – “sono stati appena sufficienti a coprire le spese sostenute in precedenza per mettere a norma i locali, acquistare pareti divisorie, rilevatori di temperatura, riorganizzare gli ambienti al fine di garantire il distanziamento sociale” spiega Claudia F., titolare di due sale scommesse a Roma, in un’intervista allo stesso Messaggero. Anche nei mesi di riapertura, le sale non hanno ripreso a il normale ritmo di lavoro. Anche perché è stata vietata la commercializzazione delle scommesse virtuali: “Nel mio caso rappresentano il 30-40% del giro d’affari. Ma le restrizioni di questa estate ci hanno impedito di tenere gli schermi accesi per prevenire gli assembramenti e dunque ho dovuto rinunciare pure alle entrate derivanti da questa modalità di gioco”. L’imprenditrice racconta inoltre di avere 5 dipendenti al momento, ma quando le sale verranno riaperte “non so se riuscirò a tenerli tutti. Nel caso il nuovo Governo dovesse consentirci di riaprire dovrò prima vedere come reagisce la domanda. C’è stata in questo mesi una fuga verso il gioco illegale e non è detto che tutti i clienti che avevamo un tempo tornino sui loro passi”.

lp/AGIMEG