Il viaggio di Agimeg nel cuore delle Eccellenze italiane del gioco pubblico prosegue con Ricreativo B, una delle realtà più importanti del panorama nazionale con sede a Reggio Emilia. Azienda nata nel 2004 con l’obiettivo di rendere professionali noleggio e gestione di apparecchi da intrattenimento per bar, sale VLT, sale giochi e locali pubblici, nel tempo Ricreativo B ha saputo cogliere le esigenze del mercato e diversificare efficacemente la propria offerta: all’attività di noleggio si è affiancata la gestione delle sale Macao, destinate al gioco lecito e collegate ad agenzie di accettazione giochi pubblici ed il gioco online.
Il direttore di Agimeg, Fabio Felici, ha incontrato (il VIDEO) Giuseppe Iori, Amministratore Delegato di Ricreativo B e consigliere Astro. “Ci occupiamo principalmente di noleggio slot presso i bar e abbiamo circa 20 sale di proprietà – racconta Iori – ma abbiamo sviluppato anche gioco online e sale scommesse, dopo aver partecipato a tutti i bandi di gara da Bersani a Monti, oltre ad aver sviluppato le piattaforme per le Awpr. Il nostro Gruppo conta circa 300 dipendenti con rispettive famiglie”.
In Emilia Romagna vi è un doppio problema, alle leggi regionali restrittive nei confronti del gioco a causa della retroattività del distanziometro si è aggiunto il doppio lockdown di primavera e di ottobre, ancora in corso.
“Già con leggi restrittive l’impatto sul settore è stato notevole, a causa della chiusura degli esercizi di gioco seguiti da noi, sia clienti sia sale di proprietà”, ha detto Barbara Bottai, membri del consiglio di Ricreativo B. “La pandemia ha dato il colpo di grazia: anche quelle strutture che erano riuscite a restare aperte sono state fermate“.
Non si può pensare di convivere con il virus?
“Sono convinto che si possa fare – ha detto invece l’altro consigliere, Cristiano Martini. “Fin dal primo lockdown, avevamo adottato misure veramente importanti per essere in regola con le normative anticovid, attraverso la sanificazione di tutte le macchine, plexiglass, misurazione temperatura all’ingresso, per far sì che tutto potesse essere sotto controllo in tema di normative anticovid, ma è stato vano“.
Le sale sono chiuse nuovamente da ottobre. Quanto potranno resistere ancore le aziende di gioco?
“Non può resistere tantissimo – prosegue Cristiano – in questa situazione siamo arrivati alla punta dell’iceberg. Oltre al Covid vi è anche la nostra legge regionale con effetti espulsivi. In Emilia Romagna infatti oggi per poter delocalizzare od aprire una sala ex novo servono 12-15 mesi, servono procedure comunali. E’ infatti obbligatorio il permesso di costruire, poi la sala va messa in piedi, in seguito serve il disco verde da parte della Questura, servono insomma interventi economici importanti che aziende chiuse da 270 giorni non hanno“.
Intanto gli spazi lasciati vuoti vengono occupati dall’illegalità.
“E’ un fenomeno molto pericoloso – riprende Barbara – si parla di gioco non controllato da nessuno, il fenomeno della delocalizzazione e il divieto di aprire, in un Comune o in una zona periferica, fa sì che le persone si spostino sull’offerta illegale“.
Se voi foste il Premier Draghi cosa fareste come prima cosa?
“Direi di mettere sul tavolo la possibilità di riaprire con regole assolutamente ferree – suggerisce Cristiano – i nostri dipendenti sono assolutamente professionali, seguono corsi professionali per poter operare nel settore e credo che con le dovute regole si possa riaprire, al fine di poter riaccendere la macchina del comparto del gioco e le entrate erariali. Quando ci facciamo conoscere dalle istituzioni, capiscono che le nostre sono realtà di persone che lavorano, si impegnano, e solo attraverso il dialogo si riesce a far capire cosa è la realtà-gioco“.
“Io invece mi informerei sulle caratteristiche del settore – afferma Barbara – di una sala giochi, per poter avere una conoscenza più approfondita del comparto. Credo ci sia una non buona comprensione di cosa sia una sala e i suoi spazi. Una sala non è assolutamente un ambiente pericoloso, non più di altri ambienti. I nostri sono luoghi sicuri con norme stringenti“.
“In un’ottica di riapertura – ha detto invece l’amministratore delegato Giuseppe Iori – le sale andrebbero aperte 24 ore al giorno, per evitare assembramenti. Anziché restringere gli orari vanno allargati, lasciando la libertà agli operatori di fare il proprio mestiere, sono perfettamente in grado di garantire la sicurezza“.
“Il settore del gioco legale va considerato un’attività imprenditoriale come tutte le altre”, ha invece affermato il dott. Costetti. “Le aziende di intrattenimento sono aziende industriali legali. Siamo concessionari dello Stato, sotto il Monopolio, con una rete distribuita sul territorio su cui vengono fatti investimenti in termini occupazionali. I dipendenti sono stati la nostra prima preoccupazione durante la pandemia. Inoltre abbiamo adeguato la tecnologia delle nostre macchine, spendendo milioni di euro, sono investimenti industriali imposti dalla legge che abbiamo seguito scrupolosamente. Questa forzata inattività ci sta rubando tempo in termini di investimenti, dobbiamo pagare una concessione non avendo avuto ricavi. I locali sono presidio contro l’illegalità, ma i continui ‘stop and go’ sono devastanti: va preparata la struttura e le macchine vanno adeguate, sono beni strumentali, vanno considerati come quelli di qualsiasi altra attività e devono essere salvaguardati“.
Il tour della sede di Ricreativo B è proseguito attraverso uffici direzionali, contabilità, parte produttiva, commerciale e magazzini. Un’azienda ben strutturata, elegante (ci sono ad esempio quadri molto particolari e coinvolgenti alle pareti), molto efficiente ma allo stesso a dimensione d’uomo, con ampi spazi per il personale. E nonostante le difficoltà del momento, Ricreativo B pensa al bene comune: “Grazie ad Astro siamo una delle 7 mila aziende accreditate per la campagna vaccinale – ha raccontato Giuseppe Iori – vogliamo dare il nostro contributo al Paese“. lp/AGIMEG