Bingo, oggi l’udienza in Corte Costituzionale sul “costo” troppo oneroso dei canoni di proroga delle concessioni

E’ appena iniziata l’udienza di fronte alla Corte Costituzionale sull’eccessiva onerosità delle concessioni del bingo, la Consulta dovrà stabilire se i continui aumenti dei canoni di proroga abbiano provocato uno squilibrio eccessivo nella gestione del gioco. A intentare il ricorso originario – di fronte al Tar Lazio – sono state alcune sale bingo e l’associazione Ascob, denunciando la situazione che si è creata per i continui rinvii della gara per il rinnovo delle concessioni. Il canone di proroga infatti ha subito dei continui aumenti, inizialmente era stato fissato in 2.800 euro mensili, un importo che sostanzialmente corrispondeva alla base d’asta fissata nella gara, ripartita sui mesi di durata della concessione. Con il primo aumento si è arrivati a a 5.000 euro, e infine a 7.500 euro.

A rendere ancora più critica la situazione, il fatto che la gara continua a essere rinviata, l’ultima legge di Bilancio ha fatto slittare il termine dal 30 settembre 2020 al 31 marzo 2023. E bisogna ricordare che ha anche provvisoriamente riportato il canone di concessione a 2.800 euro mensili, in considerazione dell’emergenza legata al Covid; la riduzione però terminerà a giugno prossimo.

Già nel 2018, il Tar Lazio – quando ha rinviato la questione alla Corte Costituzionale, scrisse che l’aumento del costo del canone è stato disposto “in modo che appare arbitrario e irragionevole”. E che le sale non avevano “alcuna possibilità né di influire sulla durata del regime di proroga tecnica, né di avere alcuna certezza in ordine alla cessazione di tale regime”.

Nel corso del giudizio, la Corte Costituzionale ha chiesto al Mef, all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e all’Ufficio Parlamentare di Bilancio di depositare delle relazioni sulla redditività delle sale Bingo, in modo da stabilire se il canone di proroga sia sostenibile rispetto ai dati di mercato. Circa una settimana fa ha poi dichiarato inammissibile l’intervento di Federbingo. lp/AGIMEG