“La manifestazione di dell’altro giorno è stata organizzata per far capire al grande pubblico chi siamo realmente. Veniamo sempre trascurati e criminalizzati dalla politica, siamo visibili per lo Stato solamente quando veniamo utilizzati come bancomat, ma per l’opinione pubblica siamo il male del secolo. In realtà siamo imprenditori seri e competenti, diamo rispetto e pretendiamo rispetto”. E’ quanto ha dichiarato Pasquale Chiacchio (Presidente AGSI) nel corso della diretta Facebook con il direttore di Agimeg Fabio Felici che ha messo a confronto le associazioni delle scommesse sportive. “Ringrazio Bruscolotti (ex giocatore del Napoli ndr) che è il nostro presidente e rappresentava con me la nostra associazione, e ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazione. Abbiamo bisogno di comunicare il nostro messaggio all’esterno. Abbiamo incontrato il delegato del Prefetto che ha mostrato molta comprensione nei nostri confronti, ci ha dedicato mezz’ora e ha ascoltato le nostre grandi preoccupazioni, abbiamo chiesto la riapertura quanto prima delle nostre attività, così come l’apertura di un tavolo di confronto con il Governo centrale. Abbiamo evidenziato l’anomalia di questa situazione, con i punti illegali non autorizzati che nonostante i divieti hanno continuato a lavorare e ad emettere scommesse. Non è tollerabile che un comparto legale, che rispetta tutte le regole, sia chiuso per volontà dello Stato, mentre una rete parallela lavori con tanta facilità. Nei prossimi giorni farò delle segnalazioni alla prefettura affinché faccia i dovuti controlli, l’attività illegale non è più tollerabile”.
Ma fino a che data si può resistere ancora? “Abbiamo richiesto un tavolo di confronto per ristrutturare il settore dei giochi, le imposizioni non sono più tollerate, lo Stato non può aumentare la tassazione a piacimento ogni volta che ha bisogno di denaro. Serve riaprire per dare tranquillità ai lavoratori – prosegue Chiacchio – ma i nostri fatturati saranno molto bassi, l’economia italiana è ferma. Serve rimodulare le tassazioni, pochi sanno che sulle Awp lo Stato prende il 24% e chi ci rimette sono i gestori. Solo il confronto può portare a un risultato, è la nostra unica arma. Se vogliamo un settore unito, dobbiamo condividere le stesse proposte, unendoci e portando avanti le idee che risolvono i problemi di tutti i comparti del gioco. Risorse non ne abbiamo più, se non troviamo risposte possiamo solo chiudere i battenti”, conclude. cr/AGIMEG