“Le nostre sale finalmente hanno riaperto, ma c’è poco movimento. Abbiamo ancora i monitor spenti, il protocollo sanitario non è molto chiaro a riguardo, per evitare contestazioni preferiamo non rischiare e per questo li lasciamo”. E’ quanto ha dichiarato Pasquale Chiacchio (presidente AGSI), nella diretta Facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici. Sul decreto attuativo che conferma fino al 31 dicembre 2021 un prelievo dello 0,5% dal totale della raccolta delle scommesse sportive, Chiacchio ha detto: “Quando abbiamo organizzato la manifestazione a Roma, gli obiettivi erano due: la riapertura delle sale e la creazione di un tavolo di confronto con il Governo. Questa tassa salva forse lo sport, ma affonda un settore produttivo dello Stato italiano come il comparto delle scommesse. Il Governo dovrebbe essere responsabile, dovrebbe tutelare in egual misura tutte le attività produttive. Purtroppo non credo che si possa tornare indietro su questa tassa. Del resto partendo a rilento dopo 3 mesi di chiusura, il cliente si è abituato a giocare online, ha meno risorse in tasca, si deve riabituare a tornare nei punti legali. La situazione si può risolvere non azzerando questa tassa, una volta approvata è difficile fare marcia indietro, ma dobbiamo aprire un tavolo di confronto per far capire al Governo che il nostro settore ha bisogno di risorse, quindi vanno azzerati tutti i prelievi in essere. La politica – ha ricordato Chiacchio – ha l’obbligo istituzionale di confrontarsi, non può discriminare. Noi siamo una risorsa, siamo aziende produttive per lo Stato italiano”. Sulla possibile riapertura delle sale nel Lazio, Chiacchio ha rivelato che “un nostro associato ha incontrato il capo di gabinetto del presidente Zingaretti, il dottor Ruberti, con il quale ha avuto un confronto per far ripartire il settore. La regione Lazio rileva delle criticità, con differenziazione tra agenzie di scommesse, sale dedicate e sale bingo. Potrebbero ripartire, ma con dei paletti. La regione sottolinea una problematica di stazionamento all’interno dei locali, soprattutto per il bingo, che dunque potrebbe ripartire più tardi. Abbiamo proposto che almeno partano le aree slot all’interno delle sale bingo, per non penalizzarle troppo. Dopo 100 giorni di chiusura, come fanno a reggere queste aziende? Il Governo lasciasse a noi la responsabilità della gestione: se sbagliamo ci multassero, ma almeno ci facciano ripartire tutti. Le sorti delle nostre imprese e delle nostre famiglie vengono decise da persone che non sanno cosa è il gioco, questo è quello che ci preoccupa”, ha concluso Chiacchio. cr/AGIMEG