“Sono, sarò un Ced…a prescindere da Stanley”. Si conclude così la lunga lettera con cui il titolare di un ced SkySport365 di Trani risponde al comunicato con cui StanleyBet commentava la pronuncia del Tribunale di Trani che ha sequestrato un punto affiliato al provider austriaco. Il titolare del Ced racconta di aver operato per come CTD Stanley e commenta: “non capisco come gli stessi gesti possano diventare reato se fatti per un soggetto diverso”. Secondo il Tribunale di Trani, solo Stanley avrebbe subito discriminazioni, in quanto esclusa illegittimamente dalle precedenti gare. Ma il per il titolare del centro, CED e CTD fanno parte di un’unica categoria, a prescindere dalla compagnia cui sono collegati: “Prima sono nati i Ced, e poi hanno deciso di lavorare per i bookmaker. Anche Stanley non ha inventato alcunché perchè non è stata la prima in Italia. Siamo una categoria, siamo inventori di noi stessi”. E a tal proposito, ribatte al giudice di Trani che ha parlato di un “sistema delle scommesse introdotto da Skysport365″: “Skysport365 non ha introdotto un bel niente. Come niente ha introdotto Stanley”. Quindi spiega: “Prima mi iscrivo alla camera di commercio, prima faccio sì che lo Stato controlli la mia onorabilità e poi mi contrattualizzo con un soggetto per coadivuarlo nella trasmissione dati. Controllo che questo soggetto abbia una regolare licenza europea e che faccia rispettare tutte le regole e poi in base all’offerta decido. Ma di certo non credo sia mio compito sapere se questo soggetto sia nato prima o dopo il bando Bersani”. E ricorda che la Corte di Giustizia con la sentenza Costa-Cifone, “ha chiesto di trovare una soluzione per far sì che io e la mia categoria potessimo lavorare tranquillamente. Non ha detto che io mi debba comprare una concessione, anche perchè io e un concessionario facciamo un lavoro completamente diverso, io trasmetto dati guadagnando una percentuale, un concessionario rischia in proprio”. Il titolare del Ced risponde quindi direttamente al Coo di StanleyBet, John Whittaker: “il senso del (suo) discorso è questo, se non lavori con Stanley non puoi fare il tuo lavoro. Ma come? La nostra categoria ha combattuto con tenacia il monopolio statale e ora dovrebbe accettare il monopolio di Stanley”. rg/AGIMEG