Cassazione: i soldi che la banca presta per giocare vanno restituiti, anche se la banca appartiene al casinò

La banca che presta al cliente del casinò i soldi per giocare resta estranea al gioco – e quindi può chiedere la restituzione del denaro di fronte a un giudice – anche se è controllata dallo stesso casinò. E’ quanto afferma la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione respingendo il ricorso intentato da un cliente del Casinò di Montecarlo. In sostanza l’uomo aveva ricevuto un prestito – direttamente in fiches – da uno sportello bancario aperto all’interno della casa da gioco. Visto che i soldi dovevano essere inequivocabilmente utilizzati per giocare, e visto che banca e casa da gioco erano controllate dalla stessa società, secondo l’uomo il rapporto con la banca non doveva essere qualificato come contratto di mutuo, ma come un’obbligazione di gioco. Se così fosse, si sarebbe trattato di un’obbligazione naturale, quella cui si adempie per un dovere morale o sociale, ma che non può essere tutelata in tribunale. Secondo la Cassazione, per equiparare il prestito a una posta di gioco occorre che “il mutuante (nel caso la banca, NdR) venga “a partecipare direttamente al giuoco” in antagonismo con il mutuatario, o comunque, unitamente a quello in quanto, pur non effettuando direttamente la giocata, sia in qualche modo anch’egli effettivo destinatario del risultato del giuoco”. Per il giocatore, questo effetto si produrrebbe proprio perché la banca è una controllata del casinò, di fatto la banca sarebbe stata la controparte del giocatore nelle varie partite. La Corte respinge però questa interpretazione, sostenendo in pratica che banca e casinò debbano essere considerati due soggetti distinti. “Il fenomeno del controllo societario (tale che una società controllante esercita una influenza dominante sulla controllata), e quella del Gruppo di imprese (che si ricollega alla attività di direzione e coordinamento della capogruppo sulle altre imprese cd. sorelle), non incidono sulla alterità soggettiva delle società”. rg/AGIMEG