“C’è una partita più importante da giocare di quella sul campo delle qualificazioni ed è quella della correttezza dei comportamenti, della reputazione di un contesto e della salute pubblica. La ludopatia non è un problema calcistico, ma una patologia sociale. Credo sia stata opportuna la scelta di mandare a casa i ragazzi, anche a loro tutela. E’ un fenomeno che non abbiamo sottovalutato, ma che evidentemente non abbiamo saputo affrontare in profondità. Nell’intimità dei comportamenti individuali non è semplice andare a scovare quello che stiamo scoprendo. Ci dobbiamo adeguare alle attività investigative”.
Così è intervenuto dal Festival di Trento il ministro dello Sport Andrea Abodi sul caso scommesse che vede coinvolti i calciatori Fagioli, Zaniolo e Tonali.
“C’è la necessità di comprendere il volume del fenomeno. Nei sette anni di presidenza della Lega Nazionale Professionisti Serie B abbiamo fatto attività in tutti gli spogliatoi per le prime squadre e i settori giovanili per spiegare i rischi del match-fixing e della ludopatia collegata alle scommesse, dovendo distinguere quelle illegali da quelle legali. Non bisogna voltarsi dall’altra parte, è giusto che si vada fino in fondo. E’ un fenomeno culturale, lo affronteremo insieme anche attuando scelte difficili”, ha concluso. cdn/AGIMEG