Nel 2024, i casinò online che utilizzano criptovalute hanno generato un volume di ricavi lordi da gioco pari a circa 81,4 miliardi di dollari — equivalenti a oltre 70 miliardi di euro — secondo i dati raccolti dalla piattaforma specializzata Yield Sec. Una cifra che rappresenta una crescita di cinque volte rispetto al 2022, nonostante in molti Stati — tra cui Stati Uniti, Cina, Regno Unito e Unione Europea — l’accesso a queste piattaforme sia bloccato per legge. A rendere possibile questa espansione globale è l’uso di strumenti digitali come VPN, link alternativi e redirect, che permettono agli utenti di aggirare le restrizioni nazionali.
Piattaforme accessibili
Secondo quanto riportato da Financial Times, l’accesso a queste piattaforme rimane sorprendentemente semplice, grazie a contenuti online che spiegano come bypassare i blocchi geografici. Su social e forum si trovano anche account già pronti all’uso, in vendita per pochi euro, che evitano il processo di registrazione e verifica. Un ex giocatore, oggi attivista, ha raccontato come queste piattaforme diventino particolarmente rischiose per utenti minorenni e giocatori problematici, poiché prive di meccanismi di tutela come controlli sull’identità o limiti di spesa. Il coinvolgimento massiccio di influencer, che promuovono i casinò crypto offrendo codici promozionali e guide, contribuisce a distorcere la percezione del rischio, specie tra i più giovani.
Un rischio moltiplicato dalle criptovalute
La natura instabile delle criptovalute aggiunge un ulteriore livello di incertezza: le oscillazioni di valore possono amplificare le perdite, o alimentare illusioni di guadagno facile. Alcuni utenti raccontano di considerare i profitti da rialzi delle criptovalute come fondi da reinvestire, mentre nei momenti di calo si sentono spinti a recuperare quanto perso, in un ciclo difficile da interrompere. Secondo esperti del settore, la regolamentazione non riesce a tenere il passo con l’evoluzione di queste piattaforme. In molti Paesi, la normativa vieta agli operatori di offrire servizi, ma non punisce direttamente gli utenti che aggirano i blocchi, rendendo l’intervento legale inefficace. ng/AGIMEG