“Il Centro studi gioco pubblico è un think tank in cui si pensa, si studia e poi si propongono soluzioni. Il mercato dell’online italiano è il primo a livello europeo continentale. I primi 10 concessionari occupano il 50%, mentre quelli che vanno fino alla 20esima posizione occupano il 40% del mercato”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente del Centro Studi Gioco Pubblico, Vitaliano Casalone, durante il panel “Luci e ombre del riordino del gioco pubblico”, moderato dal direttore di Agimeg, Fabio Felici.
“Il gioco online ha una filiera corta e quindi per gli operatori è molto conveniente investire in questo settore. Ai giocatori piace perché c’è stata una evoluzione dei consumi e non ci sono le stesse limitazioni presenti sul gioco fisico. Inoltre, online è possibile trovare migliaia di giochi e ciò è un evidente vantaggio. Il mondo della finanza e pronto ad intervenire perché questo rappresenta un mercato ricco. Il Centro Studi si è posto l’interrogativo per le altre decine di operatori che vorranno continuare ad operare: creare nuove concessionarie”, ha detto.
“La cultura di ADM è molto terrestre, mentre l’online l’ha subito. L’amministrazione ha praticamente usato le stesse regole dell’illegalità per seguire questo fenomeno e regolarizzarlo. La realtà sta però cambiando e ne va preso atto. La concessione online in Inghilterra è annuale ed è molto inferiore. Quindi un costo così alto dimostra la volontà del legislatore di avere tra i concessionari solo società di un certo tipo e di una certa grandezza. A mio avviso, la concessione di nove anni è un rischio. A me, personalmente, crea delle perplessità poiché il mercato si muove ad una rapidità impressionante che una legislazione del genere non può tenere. Secondo l’amministrazione ci saranno almeno 50 concessionari al costo di 7 milioni di euro, ma mi sembra molto complicato”, ha concluso. ac/AGIMEG