“L’idea di un protocollo unico da sottoscrivere con le altre categorie colpite dal lockdown è un’occasione importante, che non va perduta e lasciata fine a se stessa. Il comparto del gioco pubblico conta 150 mila lavoratori ed oltre 70 mila aziende su tutto il territorio nazionale. Ricordo che a febbraio 2021 saremo stati chiusi 10 mesi su 12, con perdite economiche insostenibili. E’ una notizia che i quattro comparti chiedano insieme la riapertura. Il punto fondamentale è che si deve riaprire in sicurezza per forza, i ristori sono pochi ed insufficienti”. Lo ha detto Geronimo Cardia, Presidente Acadi, nella diretta con il direttore di Agimeg, Fabio Felici.
“Se ci sono rischi di prolungamento dell’emergenza si deve puntare tutto sulla sicurezza in una realtà aperta, e non pensando di compensare le conseguenze di una chiusura senza fine, non è pensabile. I ristori sono insufficienti e non coprono tutti i periodi di chiusura, occorre che siano ampliati ed estesi, quanto dato nei mesi precedenti deve essere prolungato e agganciato alla durata delle chiusure. Mettiamo insieme gli sforzi per la riapertura, dobbiamo invocare il diritto di riaprire e non essere discriminati, l’aspetto tecnico va messo davanti a quello politico. Dobbiamo lavorare per questo – afferma Cardia – si parli di ragioni tecniche: non abbiamo avuto un focolaio, facciamo sacrifici enormi per dotare le strutture con strumenti anticovid. Stare insieme è quanto mai importante, rappresentiamo comparti ingiustamente chiusi e sofferenti. Altro tema è l’essenzialità, ci sono attività aperte con un criterio che non è necessariamente di essenzialità di prodotto. Lo Stato non può dare giudizi morali e valutazioni di essenzialità ai servizi offerti. Tra l’altro non dimentichiamo che noi siamo incaricati di pubblico servizio. Non può essere accettata discriminazione di trattamento rispetto ad altri comparti”.
“Oggi sono qui rappresentati tre diversi grandi comparti, quello del gioco, del turismo, delle palestre e dello spettacolo. Sono settori che hanno grande rilevanza nel sistema Paese. Tutti questi comparti hanno protocolli di sicurezza, pur con le specificità di ognuno. Voglio sottolineare l’aspetto di insufficienza dei ristori e di mancato prolungamento di questi nei periodi di chiusura. In queste valutazioni, riaperture e ristori, va messo davanti l’aspetto tecnico rispetto a quello politico. L’essenzialità non è legata al prodotto che viene distribuito. Per riaprire dunque non deve essere giudicato se è essenziale il servizio offerto ma che è essenziale tenere in sicurezza utenti e lavoratori. Ad esempio non conta sciare, conta mettere in protezione utenti e lavoratori del comparto, per questo si prevede una riapertura a breve degli impianti di risalita. Da quanto si legge è impensabile che il virus con tutte le sue varianti sparisca in breve termine: la strategia deve essere oggi la riapertura in piena sicurezza e la convivenza in piena sicurezza con il problema. Giudico positivamente il fatto che questi concetti possano essere veicolati e sostenuti da 4 comparti così importanti come quello del gioco pubblico, del turismo e ristorazione, delle attività sportive e dello spettacolo”. cr/AGIMEG