“Mettere al centro la questione territoriale per il gioco è giusto anche dal punto di vista concettuale. La legge Delega di agosto dell’anno scorso ha visto il suo primo delegato riguardo all’online. Ora, l’attesa è rivolta al gioco fisico. Dal 2010 ad oggi sono state fatte norme per contrastare le devianze del gioco attraverso le distanze e i limiti di gioco e ciò si applicano solo ad alcuni tipi di gioco: slot, VLT e scommesse. Attraverso questi strumenti però il territorio era praticamente inibito per le attività di gioco”. È quanto ha detto il presidente di Acadi, Geronimo Cardia, durante il panel “La questione territoriale: alla ricerca di un equilibrio sostenibile” all’Italian Gaming Expo.
“Il tema della questione territorio è finito anche nelle sedi giudiziarie. Ci sono stati tanti contenziosi l, ma nessuno ha voluto gestire e risolvere il problema in modo coraggioso. Allo stesso tempo il Consiglio di Stato ha bloccato le gare perché prima vanno risolti questi nodi”.
“Lo sforzo che deve essere fatto adesso è quello di mettere a fattore comune tutto quello successo dal 2016. Questo problema può essere risolto solo attraverso la consapevolezza. La cosa che va compresa è che il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo deve essere fatto da una strategia globale, non settoriale. Il legislatore deve consentire il pieno soddisfacimento di tutti gli interessi costituzionali, perché senza una visione complessiva si potrebbero creare danni erariali poiché non tutti i giochi hanno lo stesso ritorno per lo Stato”.
“I distanziometri non sono efficaci. I luoghi sensibili sono messi spesso in discussione dagli stessi giudici, quindi sarebbe serio pensare a dei luoghi sensibili effettivi, se proprio si vuole dedicare ancora spazio a questo modo di regolare”. ac/AGIMEG