Campanella (Pres. Emi Rebus e membro GiocareItalia) ad Agimeg: “Importantissimo aver presentato le nostre istanze al Premier, ma riaprire a marzo potrebbe essere troppo tardi”

“Nella manifestazione ‘rosa’ dello scorso 12 gennaio abbiamo portato in piazza qualcosa di nuovo, mai visto prima. Abbiamo ottenuto quello per cui ci siamo andate, sensibilizzare la politica sulle nostre problematiche. Abbiamo trovato un’apertura da parte del Governo, nonostante tutte le criticità in atto in queste ore. Siamo state scortate direttamente all’interno di Montecitorio per protocollare la nostra istanza, arrivata sul tavolo del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e non siamo state ricevute solamente perché con la crisi in atto i problemi della popolazione passano in secondo piano”. Lo ha detto Antonia Campanella, promotrice della manifestazione, presidentessa di Emi Rebus e membro del comitato direttivo di GiocareItalia, nella diretta Fb con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, commentando i risultati ottenuti con la manifestazione del 12 gennaio.
“Quanto accaduto non si era mai verificato prima, il 9 giugno scorso (giorno della grande manifestazione del settore del gioco pubblico a Roma, ndr) non ci hanno neanche fatto avvicinare, mentre lo scorso 12 gennaio siamo state scortate e ieri, dopo che ci siamo ripresentate in piazza, ci hanno promesso che quanto prima saremo ricevuti. Abbiamo incalzato il Premier Conte e diversi onorevoli per farci sentire, le forze ordine non si sono opposte, ma hanno quasi collaborato affinché potessimo esprimerci. Forse fossimo stati uomini ci avrebbero allontanato. Aver avuto attenzione, anche per pochi istanti, dal Premier è stato importantissimo. Lo stesso portavoce di Conte, Rocco Casalino, ha avuto un dialogo con noi, mi ha chiesto personalmente da dove vengo, che attività ho. Nell’istanza presentata al Premier e agli onorevoli di maggioranza e opposizione, come prima cosa abbiamo chiesto una data certa di riapertura”, ha detto ancora Campanella. “Noi in questo momento siamo sommersi dai problemi: dalle banche alle leggi regionali agli aumenti di tassazione anche da chiusi, ma non possiamo affrontarli tutti. Le cose vanno fatte per gradi, ma riuscire ad ottenere una riapertura quanto prima è di primaria necessità. Il secondo punto riguarda la richiesta di ristori adeguati fino alla data della riapertura. Quanto dato finora non si può basare su una mensilità (aprile 2019 ndr), ma almeno su un’annualità”.
“Non lottiamo solo noi, ma anche le concessionarie, anche se in sordina e su altri tavoli. Hanno bisogno anche loro della nostra riapertura, le due cose non sono disgiunte, è tutta una catena, se noi riapriamo anche loro si risollevano. Va dato atto che ci hanno sostenuto, Acadi, Astro e Sapar. Ognuno ha i suoi ruoli, noi possiamo prendere la piazza perché siamo i lavoratori del comparto del gioco, abbiamo mezzi diversi per farci sentire, ma l’obiettivo è uno solo, poter ripartire. Più tempo passa – è l’allarme di Campanella – più cambiano le abitudini dei clienti, è questa la cosa peggiore. Quando si parla di possibili riaperture a marzo, è una data che non consentirà a tutte le attività di essere salve, perderemo molti posti di lavoro”.
All’onorevole Fiorini (LEGA), presente alla diretta FB, la Campanella ha detto: “Abbiamo bisogno di essere supportati da voi, siete coloro più vicini al popolo. Credo che sia la cosa più giusta sia essere ascoltati. Le nostre istanze non sono altro che una richiesta di riapertura, ad oggi non vediamo una luce in fondo al tunnel. Siamo il settore più chiuso e tassato in assoluto. Questo ci sta molto destabilizzando, sei mesi di chiusura in un anno non sono concepibili per nessuna attività. In tutto questo non va dimenticato che il governo ha inserito una tassa in pieno lockdown sulla raccolta delle scommesse, così come a gennaio è scattato un adeguamento del Preu sugli apparecchi da intrattenimento”.
Sulla possibile riapertura del settore il 6 marzo, il presidente di Emi Rebus ha detto: “Non mi aspettavo di manifestare ed aprire il giorno dopo, ma marzo potrebbe essere troppo tardi per molte attività. Nonostante molti settori siano chiusi, come il nostro, i contagi continuano ad aumentare, per questo non vedo che senso abbia tenerci ancora chiusi mentre dalle poste ai centri commerciali è tutto aperto. La nostra chiusura prolungata non ha una base scientifica. Un altro mese e mezzo di chiusura comporta costi pazzeschi, mentre noi abbiamo bisogno di ristori e casse integrazioni vere, che vadano a pareggiare il reddito di cittadinanza. E’ assurdo che chi non lavora guadagna più di chi lavora. La realtà è che la gente del settore del gioco legale sta morendo di fame. Senza contare che sarà difficile, dopo, riprendere quello che abbiamo perso. Nel 2020 mancano 4-5 miliardi di entrate erariali: sono soldi spesi, ma su altri canali e questo è il dato più allarmante. Il governo italiano – ha ricordato Campanella – ha fatto un grande lavoro per monopolizzare il gioco e pulirlo da certe situazioni, e ora si sta perdendo tutto il lavoro fatto per legalizzarlo. Ci stanno togliendo i clienti di una vita, restare chiusi è giusto nell’emergenza sanitaria, ma non possiamo restare con le mani in mano. Attenderemo che cosa accadrà al governo, poi torneremo alla carica. Sicuramente ne verremo fuori, la linea è quella giusta. Se nei prossimi giorni non dovesse cadere il governo sono sicura che saremo chiamati da Conte, l’altro giorno non siamo stati presi in giro dal Premier. Noi però non molliamo un attimo, ogni giorno perso è un’attività che chiude per sempre. Non ci culleremo aspettando il 5 marzo, vogliamo i fatti, riaperture o ristori degni. Il nostro settore rischia il fallimento senza averne alcuna colpa”. cr/AGIMEG