Campagna ‘Mettiamoci in gioco’: tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui i costi sociali e sanitari del gioco d’azzardo

Si chiama “Mettiamoci in gioco” la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo promossa da diverse associazioni e presentata oggi al Senato. Affermano i promotori: “I costi sanitari, sociali, relazionali e legali del gioco d’azzardo crescono in misura proporzionale: in mancanza di rilevazioni e ricerche epidemiologiche precise i giocatori patologici, sono stimati nel 2% del totale dei giocatori”. Da qui le richieste alle istituzioni: porre un freno, da parte dello Stato, al modello di “liberalizzazione controllata” del gioco d’azzardo, con moratoria sui nuovi giochi; restituzione del potere decisionale alle comunità locali; impedire la pubblicità; inserire il gioco d’azzardo patologico all’interno dei Lea. La campagna Mettiamoci in gioco promossa da ACLI, ADUSBEF, ALEA, ANCI, ANTEAS, ARCI, AUSER, Avviso Pubblico, CGIL, CISL, CNCA, CONAGGA, Federconsumatori, FeDerSerD, FICT, FITEL, Fondazione PIME, Gruppo Abele, InterCear, Libera, UISP stima in una cifra compresa tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui i costi sociali e sanitari che il gioco d’azzardo patologico comporta per la collettività. A questi vanno aggiunti 3,8 miliardi di euro di mancato versamento dell’Iva, nel caso in cui i 18 miliardi di euro, sul fatturato complessivo, che non tornano ai giocatori in forma di montepremi fossero stati spesi in altri consumi (con iva al 21%).

Il Dossier di Libera “Azzardopoli 2.0” segnala cifre allarmanti anche per quanto riguarda il coinvolgimento delle mafie e il gioco illegale. Ammonterebbe a 15 miliardi di euro il fatturato stimato del gioco illegale per il 2012. Ben 49 clan gestiscono giochi di vario genere: dai Casalesi di Bidognetti ai Mallardo, dai Santapaola ai Condello, dai Mancuso ai Cava, dai Lo Piccolo agli Schiavone.

Con la presentazione dei due dossier la campagna si rivolge prima di tutto alle Istituzioni e ai partiti affinché intervengano in modo molto più incisivo in materia di gioco d’azzardo, ponendo al primo posto la tutela della salute del cittadino. La recente vicenda del decreto Balduzzi sulla sanità ha evidenziato ancora una volta la forza della lobby dell’azzardo, capace di affondare i buoni propositi del ministro. È invece necessario che il tema sia messo al più presto in agenda, fin dall’inizio della prossima legislatura. mm/AGIMEG