Il Ministro dell’Economia adotti “iniziative anche di tipo normativa volte a sanare i rilievi della Corte di Giustizia europea e a rendere coerente l’impegno della lotta alla ludopatia al sistema di tassazione dei giochi in Italia”. L’esenzione di cui godono le vincite centrate nei casinò italiani “può avere come effetto di incoraggiare i consumatori a prendere parte ai giochi d’azzardo e non è dunque idonea a garantire la realizzazione dell’obiettivo suddetto”, ovvero il contrasto alle ludopatie”. E’ quanto sostengono in un’interrogazione depositata alla Camera gli onorevoli Mario Sberna e Paola Binetti (Per L’Italia), prendendo spunto dalla recente sentenza comunitaria sul caso All-in. “Per il fisco italiano”, spiegano, “soltanto le vincite ottenute da residenti in case da gioco situate all’estero entrano nella base imponibile dell’imposta sul reddito”. Le vincite conseguite in Italia, invece, “sarebbero esonerate dall’imposta sul reddito, in quanto la ritenuta sulle vincite è compresa nell’imposta sugli intrattenimenti”. LA CGE ha rilevato che “una siffatta diversità di trattamento fiscale dissuade i giocatori dallo spostarsi e dal giocare a giochi d’azzardo in altri Stati membri. Il fatto che i prestatori di giochi stabiliti in Italia siano assoggettati all’imposta sugli intrattenimenti non toglie alla normativa italiana il suo carattere manifestamente discriminatorio, in quanto tale imposta non è analoga all’imposta sul reddito”. Per gli onorevoli Sberna e Binetti, è “incoerente per uno Stato membro intenzionato a lottare contro la ludopatia, da un lato, tassare i consumatori che partecipano a giochi d’azzardo in altri Stati membri, mentre prevede un sistema di esenzioni per le vincite realizzate in Italia”. gr/AGIMEG