“I casinò da sempre combattono il fenomeno della ludopatia attraverso una collaborazione con le Asl, strategie strutturate di contrasto al gioco e la collaborazione con i servizi sociali”. E’ quanto affermato da Marco Cambiaso presidente di Federgioco in occasione del convegno “Gioco, Salute e Tutela del cittadino. Verso il modello Europeo” che si sta tenendo al Senato. “Non c’è nessun interesse da parte delle case da gioco italiane – ha detto Cambiaso – ad aver a che fare con giocatori patologici. Lo dimostra il fatto che il casinò non è solamente un luogo di gioco ma offre anche eventi e cultura. Non è un caso che il primo direttore artistico del casinò di Sanremo sia stato Luigi Pirandello. A differenza di altre realtà, inoltre, gli introiti dei casinò sono utili alla comunità e non finiscono ai privati o nella peggiore delle ipotesi in paradisi fiscali. Chi viene a giocare in un casinò lo fa consapevolmente”. Necessaria però un intervento statale più forte per contrastare il fenomeno della ludopatia. “Il Governo – ha continuato il presidente di Federgioco – deve muovere per realizzare una legge quadro sui giochi, cercando un confronto con i casinò e con Federgioco. Abbiamo l’esperienza e le personalità per dare il nostro contributo. Lo stesso Carlo Pagan può essere utile considerando la sua esperienza nell’Eca”. Cambiaso ha chiuso poi con la cessione della gestione del casinò di Venezia e la nascita di nuovi casinò in Italia. “Sarebbe solamente un cambio di gestione, ma la proprietà resterebbe pubblica. Il Governo poi – ha concluso Cambiaso – può valutare l’apertura di nuovi casinò, ma partendo sempre dal principio che le case da gioco devono essere economicamente utili alle realtà locali e non devono essere gestite da privati”. cz