Manifestazione lavoratori sale giochi, sale scommesse e sale bingo a Milano: “Unica categoria a dover chiudere nonostante attuiamo stringenti protocolli di sicurezza. Rappresentiamo il gioco legale, ma così ci stanno uccidendo”

“L’Italia intera sta lavorando, mentre noi non siamo degni di lavorare nonostante attuiamo dei protocolli molti più stringenti rispetto a quelli di altre categorie. Vogliamo che ci spieghino con argomenti logici e scientifici perché hanno chiuso il settore del gioco, in Lombardia così come in altre regioni come l’Umbria. Tra l’altro stamattina il Tar Umbria ha affermato che l’ordinanza di chiusura delle sale giochi va sospesa e va seguito quanto stabilito nel DPCM del 18 ottobre (che prevede l’apertura di sale scommesse, giochi e bingo dalle 8 alle 21 ndr)”. E’ quanto ha dichiarato al direttore di Agimeg, Fabio Felici, Antonella Di Fiore, la lavoratrice di una sala bingo di Milano che nei mesi scorsi, durante il lockdown, era ricorsa allo sciopero della fame per sensibilizzare la politica sulla situazione dei lavoratori del gioco legale, rimasti senza lavoro dopo la chiusura delle sale gioco. Questa mattina, insieme a centinaia di persone, ha manifestato a Piazza del Duomo contro la chiusura indiscriminata delle attività di gioco. “Non possiamo restare a casa senza aiuti, ci sono ragazzi che non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione da marzo”.
Tra i manifestanti vi è, in rappresentanza del settore delle slot, Felice Di Blasio: “Siamo in piazza in quanto siamo l’unica attività in tutta Italia ad essere stata sospesa, quando invece siamo coloro che rispettano al massimo le norme: nei nostri locali si entra con la mascherina, si usa l’igienizzante per le mani, si mantiene il distanziamento tra gli apparecchi. Nella mia sala di 800 mq abbiamo dimezzato le macchine, ne abbiamo solamente 30, non possono esserci quindi assembramenti, ma abbiamo dovuto chiudere ugualmente, tutto ciò è assurdo. Purtroppo siamo sempre visti male dall’opinione pubblica, nonostante rappresentiamo il gioco legale. Chiudendo le nostre sale, si favorisce solamente il gioco illegale. Senza contare che non possiamo avere benefici fiscali sugli affitti degli immobili, ci stanno uccidendo”. Una collaboratrice della sala slot ha dichiarato: “Siamo lavoratori come tutti gli altri, vogliamo continuare a lavorare e ne abbiamo il diritto”.

cr/AGIMEG