“Ho rassegnato le dimissioni, dopo 18 anni passati in una sala bingo, per poter usufruire della disoccupazione e sopravvivere, io e la mia famiglia, dopo mesi e mesi senza prendere lo stipendio”. E’ l’amaro sfogo di Michele Fioretti, già intervistato da Agimeg lo scorso mese di giugno, che da domenica non è più un dipendente di una sala bingo di Bari. L’azienda per la quale lavorava Michele, che possiede anche altre sale, ad aprile è incappata in un procedimento giudiziale, a seguito di una istanza di fallimento da parte della Procura di Bari. “In primavera abbiamo inviato per due volte la richiesta della cassa integrazione, ma per due volte vi è stato un errore nell’invio del modello e quindi siamo rimasti senza soldi. L’ultima tranche di un pagamento mi è arrivata a metà giugno, ora ho consumato tutti i miei risparmi e sono costretto ad abbandonare il mio lavoro per poter andare avanti con i soldi che mi darà la Naspi. Un epilogo amaro dopo 18 anni in cui ho dato tutto me stesso, così come hanno fatto tutti i miei colleghi, alcuni dei quali stanno seguendo il mio percorso, costretti a licenziarsi come me per giusta causa”.
“In questi mesi ci ho messo la faccia, mi sono esposto per 100 famiglie che come la mia vivevano questa situazione, ma a quanto pare non è servito a nulla – prosegue lo sfogo Michele -. Ora ho scelto di riprendermi la mia vita, di riacquisire la serenità perduta. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato con me in questi anni e quanti mi hanno aiutato ad andare avanti anche economicamente. Mi rimetterò in gioco, per me e per la mia famiglia. Sono amareggiato per come sia finita dopo una vita lavorativa passata nel bingo, ma devo guardare avanti. Addio bingo, e che giustizia sia fatta”, ha concluso. cr/AGIMEG