“Mai come in questo momento la pandemia ha mostrato lo stretto intreccio che esiste tra tutela della salute e tutela del lavoro. L’obbligatorietà del Pass, varata ieri sera dal Consiglio dei Ministri ne è una conferma, che difficilmente può essere smentita. La salute è indispensabile per poter continuare a lavorare e il lavoro è lui stesso un fattore di salute, fisica e mentale. Sono per altro due diritti fondamentali, che vanno tutelati insieme perché ognuno di essi possa raggiungere il suo obiettivo specifico; così come libertà e responsabilità sussistono nello stesso paradigma e non si dà libertà senza responsabilità. Proprio per questo appaiono più pretestuose che mai le discussioni sulla libertà di vaccinarsi o meno e la necessità di dimostrare l’avvenuta vaccinazione con il relativo pass. Il vaccino è al tempo stesso fattore di prevenzione e una garanzia di salute; ma proprio per questo permette a tutti di lavorare anche in presenza con maggiore sicurezza, proprio ora che si vuole ridurre lo smart working per recuperare efficienza ed efficacia nel lavoro. Anche a tutela di quei pochi che, avendo patologie particolari, è oggettivamente meglio che non si vaccinino perché potrebbe compromettere ulteriormente la loro salute. Ciò che sorprende è solo quanto tempo il CdM ha impiegato a prendere una decisione così semplice e democratica. Vaccino per tutti e quindi Pass per tutti; eccezioni ridotte al minimo e solo per gravi motivi di salute. Lo stesso CNB aveva da tempo dettato questo criterio: una obbligatorietà per tempi contingentati e per ragioni gravi, definite sulla base di prove ben documentate”. E’ quanto afferma la senatrice del gruppo FIBP-UDC, Paola Binetti. lp/AGIMEG