dal nostro inviato – “Siamo alla fine dell’anno e ci sono due provvedimenti che si stanno discutendo: il Decreto Fiscale e la Legge di Bilancio. Si potrebbe cercare di capire se nella Legge di Bilancio ci sia lo spazio per pensare ad un emendamento, a fronte del prelievo che ogni anno viene applicato al gioco, per aprire una finestra sulla parte relativa al divieto di pubblicità contenuto nel Decreto Dignità che sfavorisce solo chi opera in maniera trasparente e legale. Non mi riferisco solo al settore del gioco, ma alle grandi realtà che sostenevano ad esempio il gioco del calcio. Su questo potrebbe aprirsi una trattativa”. E’ quanto ha detto ad Agimeg, Maurizio Bernardo, Senior strategic advisor di Sks365, durante l’European Gaming Congress in corso a Milano. “Il gioco pubblico viene realizzato per concessione dello Stato attraverso opportune verifiche che rispettino le regole attualmente in vigore. E quindi l’operatore diventa in pratica un avamposto dello Stato sul territorio in materia di gioco. L’illegale è quello che non rispetta le regole e non contribuisce alle entrate dello Stato”, ha aggiunto. “La differenza tra il nostro gioco pubblico in concessione e quello di altri Paesi in licenza, risiede anche nel fatto che noi sappiamo che ci sono altre regole perchè intervengono anche gli Enti Locali e le municipalità, interviene l’azienda sanitaria locale nella validazione dell’apertura. Si tratta di un intreccio di presenze. Il gioco pubblico rappresenta una sentinella della legalità, perchè le forze di polizia sanno che esiste la tracciabilità del conto gioco e del punto vendita sul territorio. E’ un distinguo importante rispetto a quanto succede in altre realtà mondiali”, ha continuato. “In un momento come quello attuale l’idea che anche i Comuni vengano coinvolti nel gettito per poter realizzare misure per la propria popolazione secondo me sarebbe importante e potrebbe attenuare anche il contrasto derivante dal distanziometro che non sta portando benefici. Le persone invece di giocare in un Comune si recano in un altro. Qualche chilometro non scoraggia il giocatore. Bisogna anche ricordare che la stragrande maggioranza delle persone gioca in maniera consapevole privilegiando l’aspetto ludico. Alle persone piace giocare, è nell’indole italiana. Vedo cose più gravi in termini di salute e dipendenze. Questo non vuol dire che non si debba prestare attenzione. Si può prevedere, ad esempio, all’interno del prelievo sui giochi dei vincoli a fronte di una serie di benefici legati anche alla pubblicità. Tra questi ci potrebbe essere che una parte della pubblicità sia destinata a messaggi di prevenzione, informazione e contrasto alla ludopatia”, ha concluso. gpm/AGIMEG