Baretta: “Banche che negano credito al settore del gioco, mettono in discussione il ruolo dello Stato. Nel settore problemi di rappresentanza. Ben venga l’iniziativa delle donne”

“Chi dovrà gestire il settore dovrà ricordare che nell’ultima Nadef è scritto che è necessario un riordino del settore. Avrei voluto effettuarlo nel 2021, prima di tutto perché ci sono delle gare in attesa che non possono essere indette se non si risolvono una serie di problemi aperti”. Lo ha detto Pier Paolo Baretta – ex Sottosegretario al Mef – nel corso del webinar “In nome della Legalità. Senza regole non c’è gioco sicuro: la chiusura del gioco legale come grossa opportunità per il gioco illegale” organizzato da Codere. “Le nuove concessioni devono partire nel 2022, al massimo nel 2023, ma nell’ambito della nuova organizzazione del settore. Nel 2023 oltretutto scade la legislatura e è rischioso che la nuova debba ripartire da zero”. Baretta ha detto ancora che chi gestirà il settore dovrà tenere in considerazione anche un secondo punto fermo: l’accordo Stato Regioni del 2017. “E’ stato molto difficoltoso raggiungerlo, ma è l’unico punto fermo da cui si può ripartire. Ci sono una serie di aspetti – non pochi – che vanno risolti e a cui occorre mettere mano in sede di riordino”. Ma secondo Baretta occorre anche fare una riflessione sulla “qualità e la quantità dell’offerta. Ad esempio nel caso delle slot occorre portare a termine il controllo a distanza anche per impedire il riciclaggio. L’organizzazione architettonica dell’offerta va ripensata in un’ottica di normalità. L’offerta va misurata in un quadro territoriale, bisogna stabilire quanta parte del gioco può essere offerta negli esercizi generalisti, e quanta in quelli dedicati”. Ancora “negli ultimi anni c’è stata una crescita esponenziale del gioco online. Non è ancora predominante, ma occorre prestare particolare attenzione a questo segmento, anche perché è più difficile da controllare”. E sulla stretta al credito decisa dalle banche: “Ne avevo parlato con l’ABI e con la Presidenza della Repubblica – visto che il Presidente Mattarella aveva ricevuto la lettera di un operatore. E’ un errore trattare il gioco legale alla stregua di quello illegale. Il sistema bancario deve ricordare che questo settore è sottoposto al controllo pubblico, quindi è come se si negasse il ruolo dello Stato”. Sulle manifestazioni delle ultime settimane: “Ho incontrato il movimento delle donne, magari avessimo avuto una presa di coscienza del settore anche negli anni scorsi, quando abbiamo lavorato all’Intesa con le Regioni. E’ una presa di coscienza che va nella direzione della tutela della legalità. E ribadisce che il gioco va considerato come un’attività normale nella vita quotidiana. Ma dai movimenti delle scorse settimane emerge anche che c’è un problema di rappresentanza del settore. Ho già sostenuto in passato che nel settore ci siano troppi concessionari e troppi gestori. Ma c’è anche un problema di rappresentanza: se chi rappresenta il settore non è in grado di rinnovarsi, poi viene sostituito da altre forme di rappresentanza”. lp/AGIMEG