“La ricerca che ho condotto negli ultimi 24 mesi segnala che distanziometro e limiti orari sono controproducenti ed inefficaci. Questi non hanno, infatti, alcuna declinazione clinica o medica, come confermato dall’Istituto Superiore di Sanità. Nel corso delle nostre ricerche ci siamo spesso confrontati con gli amministratori locali e abbiamo notato una sostanziale ignoranza in materia. Con l’attivazione delle misure restrittive non ci sarebbero più spazi per il gioco legale. La Puglia è un esempio del fatto che queste misure non funzionano, infatti, stanno revisionando la legislazione sul gioco”. E’ quanto ha detto il Vicedirettore della Ricerca condotta dall’Istituto attraverso l’Osservatorio su Giochi, Legalità e Patologie, Alberto Baldazzi, durante il convegno Eurispes “Il Gioco in Italia: tra criticità e opportunità”. “In Italia i giocatori patologici presi in carica sono solamente 13mila, questo dato dimostra che in realtà non vi è una vera emergenza e sottolinea che esiste un’eccessiva diffusione sui media della patologia del gioco, soprattutto rispetto a tabagismo e droga. Le altre misure che sono in corso di valutazione sono i registri di auto-esclusione e la tessera sanitaria. Suggeriamo che i quattro Ministeri, ossia Salute, Interno, Economia, Istruzione, cooperino tra loro e intervengano anche sul tema concessioni. E’ necessario che le Regioni tornino a dialogare con lo Stato per attuare anche l’Intesa Stato-Regioni che si era trovata nel settembre 2017, per giungere così ad un Testo unico. Le restrizioni al gioco legale sottolineano una sempre maggiore emersione dell’illegalità, infatti le ricerche dimostrano che esiste una comunicazione meccanica tra restrizioni e aumento della criminalità, come dimostra il Piemonte”, ha concluso. ac/AGIMEG