“La tutela del gioco pubblico e degli operatori che dipendono da questo settore sono le tematiche importanti al centro della discussione sul riordino del settore. Le nostre imprese svolgono un ruolo fondamentale sia nella raccolta del gioco sul territorio e online sia nel supporto tecnico e logistico della rete generalista. I PVR sono una parte importante della raccolta. Sono però evidenti delle criticità. In questo decreto, come già chiesto al Governo, avrebbe dovuto essere disciplinato il comparto nella sua interezza”. E’ quanto ha dichiarato Generoso Bloise, consulente legale della Sapar, in audizione alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato.
“Come operatori riteniamo fondamentale avere regole certe ed equilibrate. Nell’impostazione del decreto, i requisiti di accesso finanziari di 7 milioni di euro sono inaccessibili per le piccole e medie imprese. Si tratta di un aumento di 35 volte rispetto ai requisiti dello scorso bando. E’ stato scelto di prediligere un meccanismo che penalizza moltissimo le piccole e medie imprese, al punto di portare all’esclusione almeno il 50% degli operatori sul mercato. C’è anche il rischio di una diminuzione degli introiti erariali, visto anche il divieto di skin. La nostra posizione sul punto è critica. In questo modo si perderà molto sia sul territorio sia online e il rischio è che i giocatori vadano su reti illegali”, ha aggiunto.
“Quella di aver favorito i grandi player è stata una scelta apparentemente condivisibile. Danno garanzia di serietà perché hanno una maggiore solidità economica, ma non è una ragione sufficiente per garantire equilibrio nelle regole varate, visto che si penalizza la potenzialità di raccolta della rete generalista. Preoccupante anche il potenziale rischio per le imprese di perdite occupazionali sul territorio”, ha continuato.
“Ci si trova in un mercato dove c’è sempre più una multicanalità, nel quale gli operatori non sono specializzati in una singola offerta. L’auspicio è quello che prima possibile si avvii il confronto in Conferenza Unificata per dare una regolamentazione unitaria e certa alla materia del gioco”, ha detto.
“Per gli operatori del gioco fisico è auspicabile un riordino complessivo di tutte le offerte di gioco tenuto anche conto che dopo l’Intesa in Conferenza Unificata del 2017 l’unica tipologia di gioco interessata dalle normative locali è stata quella degli apparecchi. E proprio sugli apparecchi dobbiamo dire che spesso questo segmento è stato oggetto di attacchi o di normative restrittive locali che non hanno fondamento nella loro invasività anche perché questi apparecchi sono installati in locali che sono l’unico presidio ad avere un contatto ravvicinato con giocatori che non sono problematici in quanto le Awp danno al massimo 100 euro di vincita a partita”, ha aggiunto.
“Un’unica rete di raccolta è stata penalizzata, riducendo l’offerta, gli operatori ed il numero degli addetti, ed è quella del gioco fisico. Questo Decreto potrebbe rivelarsi un’occasione persa per tutelare la raccolta della rete generalista che ha un approccio più immediato nei confronti dei giocatori non problematici”, ha concluso.
Il senatore Garavaglia ha sottolineato inoltre che il costo di 7 milioni di euro per le concessioni del gioco online è eccessivo e che la Commissione potrebbe metterci mano. cdn/AGIMEG