“Come associazione di rappresentanza degli operatori del gioco lecito facciamo seguito alla nostra analoga richiesta inviata in data 10 dicembre 2020, esponendo quanto segue. Nel corso dell’anno 2020, a causa dell’emergenza COVID, gli apparecchi di cui all’art. 110, comma 7 del TULPS hanno potuto funzionare a pieno regime soltanto nei primi due mesi dell’anno. Infatti, seppure nel mese di giugno sia stata consentita la riapertura delle sale giochi (fino alla nuova sospensione intervenuta con il DPCM del 24 ottobre 2020), essendo la gran parte di tali apparecchi a postazione multipla (si vedano, solo ad esempio, i biliardini), la necessità di rispettare i rigidi protocolli correlati al simultaneo utilizzo da parte di più utenti ne ha, di fatto, fortemente limitato l’operatività”. E’ quanto si legge in una lettera dell’associazione di categoria As.Tro indirizzata al neopresidente del Consiglio, Mario Draghi, al Ministro dell’Economia, Daniele Franco, al Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti e,infine, al Direttore Generale di ADM, Marcello Minenna. “Ciononostante, in assenza di una specifica disposizione normativa che tenesse conto di una tale situazione, i gestori sono stati costretti a versare l’intero importo dell’imposta sugli intrattenimenti relativo al 2020, pur non avendoli utilizzati per gran parte dell’anno. A partire dal 24 ottobre 2020 tali apparecchi sono divenuti nuovamente inutilizzabili, data la chiusura delle sale giochi che tuttora permane. L’onere connesso al pagamento di un’imposta relativa ad apparecchi inutilizzabili rappresenta un ulteriore aggravio che va ad aggiungersi al già rilevante pregiudizio economico dovuto alla prolungata interruzione delle attività di gioco, imposta dalle normative finalizzate al contenimento dell’epidemia. Si fa inoltre presente che tale aggravio riguarda anche le attività in cui l’offerta di gioco è esercitata mediante gli apparecchi di cui all’art. 110 comma 6 del TULPS, per le quali è infatti obbligatoria, in forza delle norme sul contingentamento, l’installazione di un predeterminato numero di apparecchi di cui al comma 7 della medesima norma. Vista pertanto l’imminente scadenza per il pagamento dell’imposta per il 2021, ci appelliamo alle S.S.V.V., affinché venga presa in seria considerazione l’ipotesi di una sua proroga fina alla data delle riaperture e di una conseguente rimodulazione dell’importo da corrispondere parametrata all’effettivo periodo di utilizzo degli apparecchi nel corso di quest’anno”. lp/AGIMEG