As.Tro replica ad Avvenire: “Errato equiparare le imprese operanti nel gioco legale alle organizzazioni criminali”

Il presidente di As.Tro, Massimiliano Pucci, ha deciso di inviare una lettera ad Avvenire per replicare ad un articolo pubblicato dal quotidiano ‘Avvenire’.

“Abbiamo letto con stupore l’indebito richiamo all’associazione che presiedo contenuto nell’articolo di Antonio Maria Mira, pubblicato in data odierna sul quotidiano L’Avvenire dal titolo “Slot truccate per impedire i controlli – Quando l’azzardo legale diventa illegale“. Si apre così la nota di As.Tro.

“Nel descrivere la cronaca di un’inchiesta ancora in corso da cui emergerebbe che delle società operanti nel comparto del gioco legale avrebbero compiuto degli illeciti di rilievo penale, il giornalista richiama un intervento con cui As.Tro, nel replicare ad un articolo del quotidiano La Repubblica, aveva stigmatizzato una frase con cui il giornalista aveva sostanzialmente equiparato le imprese operanti nel gioco legale alle organizzazioni criminali.

Ebbene – prosegue As.Tro -, secondo l’autore dell’articolo de L’Avvenire, che definisce l’intervento di As.Tro stridente con i fatti di cronaca citati, le suddette inchieste darebbero conferma di quella equiparazione tra le imprese del gioco legale e la criminalità organizzata.

La scorrettezza giornalistica che sta dietro a tale forzato sillogismo risulta del tutto evidente. Basterebbe scorrere le cronache quotidiane, per apprendere dell’esistenza di reati commessi nell’esercizio delle attività di imprese impegnate in tutti i settori di mercato del Paese: si pensi ai reati fiscali, ai reati fallimentari, alla corruzione, alla concussione, ai reati ambientali, ecc. Questo significa che il mondo imprenditoriale italiano è interamente gestito dalle organizzazioni criminali?

Alcuni anni fa, una nota casa automobilistica tedesca fu coinvolta in un’inchiesta penale per aver “truccato” i dati sulle emissioni inquinanti dei veicoli prodotti. Pur essendovi stata unanime condanna della condotta dei manager che avevano perpetrato questo reato, nessun giornalista, tra quelli che fanno corretta informazione, si è mai spinto a dire che quella casa automobilistica costituiva un’organizzazione criminale né, tantomeno, che le imprese del settore automobilistico siano equiparabili alle organizzazioni criminali.

Sono altresì note alle cronache alcune inchieste per gravi reati che hanno coinvolto alti prelati delle gerarchie ecclesiastiche, ma nessun giornalista che fa corretta informazione può onestamente e seriamente affermare che la Chiesa sia un’organizzazione criminale.

Occorre inoltre precisare – spiega la nota -, che proprio quel quadro di regole, limitazioni e controlli che compongono il sistema del gioco pubblico legale (che il vostro giornale vuole debellare anche attraverso lo strumento della diffamazione di chi opera al suo interno) ha consentito all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di accertare le presunte attività illecite di cui si parla nell’articolo.

Valuterò quindi, con i legali e gli organi direttivi dell’associazione, le iniziative da intraprendere a tutela delle aziende che mi onoro di rappresentare“, conclude la nota. lp/AGIMEG