As.Tro: “Riforma dei giochi chiesta dal Comune di Bologna invoca ulteriori restrizioni che smantellerebbero il gioco legale”

“È un peccato constatare che il punto da cui parte l’amministrazione comunale di Bologna nel portare avanti un’istanza di riforma del settore dei giochi – che oggi sta per approdare in Parlamento – sia sempre lo stesso, ovvero la necessità di ridurre l’offerta di gioco: questa ricetta -dal sapore proibizionista- non si è rivelata efficace e a dimostrarlo sono stati i fatti. E’ quanto dichiara l’avvocato di As.Tro, Isabella Rusciano, in merito all’Ordine del Giorno approvato ieri dal Consiglio comunale di Bologna.

“In Emilia-Romagna, ad esempio, il gioco legale – a suon di limitazioni – sta, di fatto, per essere abolito. In questo territorio abbiamo già assistito ad una completa rarefazione della rete dedicata al gioco e lo stesso avverrà, per quella generalista, con la scadenza delle concessioni. Risultato: il gioco legale è stato soppiantato da quello illegale, le imprese stanno chiudendo e sono costrette a licenziare mentre sul fronte della lotta alla dipendenza non si è assistito ad alcun miglioramento anzi, molti studi hanno evidenziato il contrario.

Invocare ulteriori restrizioni al gioco -così come fatto dal Comune di Bologna – significa di fatto cercare di smantellare il sistema del gioco pubblico legale attraverso una nuova forma di proibizionismo.

Si tratta di una posizione legittima, che però – oltre a necessitare di una esplicita assunzione di responsabilità di fronte all’opinione pubblica – mal si concilia con la vocazione antiproibizionista che caratterizza, invece, l’approccio politico su altri temi (vedi la legalizzazione della cannabis che secondo l’opinione della segretaria PD Schlein porterebbe grandi vantaggi, primo fra tutti quello di sottrarre terreno alla criminalità organizzata)”, conclude l’avvocato Isabella Rusciano. lp/AGIMEG