Si è concluso il processo di appello contro quello che era stato definito il ‘re’ delle scommesse online, imprenditore di Palermo che, a seguito delle indagini della DDA e della Guardia di Finanza, era finito in carcere insieme ad altre quattro persone per associazione mafiosa, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori aggravato dal favoreggiamento mafioso.
Per V.F., il ‘re’ delle scommesse online, è arrivata l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”. L’ascesa imprenditoriale dell’uomo – secondo la difesa – era frutto delle sue capacità e non di relazioni con esponenti mafiosi, che erano contatti che non hanno influito. Per tutti gli altri imputati, invece, la corte d’Appello di Palermo, seconda sezione ha confermato le pene decise in primo grado.
L’imprenditore è stato quindi scarcerato e le quote sociali delle aziende gli sono state restituite: si tratta del 50% del capitale della Kioskito srl e della Medi commerce, oltre al 100% della Gaming Management Group.
Tale processo – riporta Il Giornale di Sicilia – è il risultato di un’indagine di Dda e guardia di finanza che aveva fatto luce sugli interessi dei clan nel settore dei giochi e delle scommesse sportive, un business fiorente grazie alle complicità di alcuni imprenditori responsabili di aver riciclato il denaro per conto dei mafiosi. Un sistema milionario finito nelle mani di esponenti di Cosa nostra.
L’organizzazione – secondo l’accusa – aveva acquisito la disponibilità di un numero sempre maggiore di licenze e concessioni per l’esercizio della raccolta delle scommesse, fino alla creazione di un impero economico costituito da imprese, giunte nel tempo a gestire volumi di gioco per circa 100 milioni di euro. Erano formalmente intestate a prestanome compiacenti ma, di fatto facevano capo a quattro indagati.
F.P.M. è stato condannato a 11 anni, pena di 10 anni per S.R., che ha avuto ridotta a tre anni la libertà vigilata e ha avuto restituita la villa di Favignana, condanna a 4 anni per G.D.M., e 4 anni e 6 mesi C.T. cdn/AGIMEG