Operazione internazionale contro le frodi online in Asia: quasi 2.000 arresti, 20 milioni di euro sequestrati e oltre 32.000 conti congelati in un mese

Un’azione congiunta di forze dell’ordine in sette Paesi asiatici ha portato all’arresto di 1.858 persone coinvolte in attività fraudolente transfrontaliere. L’operazione, chiamata FRONTIER+, si è svolta tra il 28 aprile e il 28 maggio ed è considerata uno dei più vasti interventi coordinati contro la criminalità informatica nell’area.

Hanno partecipato oltre 2.700 agenti di Hong Kong, Macao, Malesia, Maldive, Singapore, Corea del Sud e Thailandia, con risultati significativi: oltre 32.600 conti bancari collegati a fondi illeciti sono stati bloccati e sono stati sequestrati 20 milioni di euro in proventi da attività fraudolente.

Nuove tecniche fraudolente

Avviata nell’ottobre 2024, la piattaforma FRONTIER+ è stata estesa a 10 giurisdizioni, tra cui Australia, Canada e Indonesia, e ha consentito una condivisione in tempo reale delle informazioni. Le indagini hanno preso di mira varie tipologie di truffa, tra cui falsi annunci di lavoro, raggiri legati a investimenti, finte locazioni e frodi negli acquisti online.

Le autorità hanno osservato che i metodi usati dai truffatori si adattano rapidamente da un Paese all’altro. A seguito di un giro di vite a Hong Kong sui falsi operatori di assistenza clienti nel 2024, schemi quasi identici sono ricomparsi in Singapore e Macao nel 2025.

Il contributo di Macao

La Polizia Giudiziaria di Macao ha avuto un ruolo chiave nell’operazione, investigando su 78 casi di frode con un danno complessivo di circa 1,3 milioni di euro. Sono stati arrestati nove individui, bloccati otto conti bancari e recuperati fondi per oltre 8 milioni di euro.

Il responsabile del Centro di Coordinamento Antifrode di Macao, Cheong Wun Hung, ha sottolineato l’efficacia della strategia “Prevenire, Recuperare, Colpire”, che dal 2024 ha impedito 597 operazioni sospette, per un totale di 13,5 milioni di euro bloccati.

A Macao si è registrato un aumento di truffe legate a finti rappresentanti istituzionali e falsi investimenti ad alto rendimento, portando le autorità a intensificare le campagne di informazione pubblica.

Sequestri e tecnologie usate dai truffatori

Solo a Hong Kong sono stati recuperati circa 17,6 milioni di euro derivanti da frodi. Le indagini hanno messo in luce l’utilizzo di strumenti sofisticati da parte delle organizzazioni criminali, come deepfake e finte chiamate automatizzate.

Un episodio emblematico ha coinvolto un direttore finanziario a Singapore, che ha trasferito oltre 460.000 euro verso Hong Kong dopo essere stato ingannato da un video manipolato che imitava il CEO di una multinazionale. Grazie alla collaborazione tra le autorità, l’intera somma è stata recuperata.

Verso un’espansione del progetto FRONTIER+

Le giurisdizioni coinvolte hanno annunciato l’intenzione di allargare l’alleanza FRONTIER+, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto a livello globale. L’approccio si basa su interventi coordinati e sul blocco dei beni illegali, in risposta a una minaccia digitale in continua evoluzione.

“Questo è solo l’inizio”, ha dichiarato Cheong. “Il nostro impegno con i partner internazionali proseguirà per smantellare le reti criminali e proteggere le nostre comunità”.

Con numerosi arresti ancora in corso e l’analisi in corso dei dati sequestrati, le autorità evidenziano la necessità di cooperazione internazionale per affrontare il fenomeno in crescita delle frodi informatiche. Il progetto FRONTIER+ rappresenta un modello avanzato per tutelare le economie digitali e le fasce più esposte della popolazione. ng/AGIMEG