Ascani (PD): “I costi socio-sanitari della dipendenza da gioco sono più alti degli introiti che porta il settore nelle Casse dello Stato”

“Questo libro ci consente di riportare al centro dell’attenzione una questione mai sufficientemente dibattuta che è quella del gioco d’azzardo che è una vera pandemia che dura da tanto tempo, ovvero dagli anni ’90. In particolare da quando è avvenuta la diffusione capillare di sale e luoghi fisici, purtroppo, si è moltiplicata la dipendenza da gioco”. E’ quanto ha detto la vicepresidente della Camera e deputata del PD-IDP, Anna Ascani, durante il suo intervento alla presentazione della nuova edizione del libro “La pandemia da azzardo. Il gioco ai tempi del Covid: rischi, pericoli e proposte di riforma”.

“Il tema fondante del libro è naturalmente legato a questioni che vanno dal ruolo della criminalità organizzata alla fragilità psicologica delle persone coinvolte. Quindi, contiene un insieme di argomenti molto ampio. Il volume parte da ciò che è accaduto durante l’emergenza più drammatica che il nostro paese ha vissuto: il Covid. La pandemia ha costretto a chiudere tutto e quindi con le sale chiuse è stata limitata la possibilità di dare sfogo alle persone che soffrono della dipendenza da gioco, ma contemporaneamente è stato incentivato il fenomeno del gioco a distanza rispetto al quale abbiamo molti meno strumenti legislativi e sul quale è più complicato dare regole efficaci, al di là degli strumenti di autolimitazione e dei protocolli necessari con le amministrazioni locali e gli esercenti. Il tutto senza dimenticare che i luoghi fisici non sono una questione secondaria poiché questi luoghi continuano ad essere un attrattore di fragilità poiché i numeri sono tornati ai livelli del periodo pre-pandemico”.

“Noi che siamo legislatori dobbiamo porci il problema di quale regole è possibile introdurre e di come proteggere le persone. Con onestà dobbiamo dire che il gioco d’azzardo è una fonte di incassi per lo Stato, ma il costo del gioco dal punto di vista socio-sanitario è enormemente più alto. Quindi, in realtà non è vero che c’è un incasso netto. Anzi, quello che questa dipendenza ci costa è nettamente maggiore del guadagno che si misura in 10 miliardi di euro. Questo dato fa ben capire quanto pesa sullo Stato questa dipendenza. Questo tema non è un gioco, credo che tutti debbano fare uno sforzo ad abbandonare definitivamente l’utilizzo dell’espressione ‘gioco’ quando ci si riferisce al gioco d’azzardo, poiché nel gioco c’è un richiamo all’infanzia, leggerezza, a qualcosa di divertente, invece il gioco d’azzardo non è un gioco. Questo fenomeno devasta le vite delle persone e delle famiglie, impoverisce le persone che cadono in queste reti e finisce per arricchire soltanto la criminalità organizzata che è l’unica che ci guadagna da questo ‘gioco’”. ac/AGIMEG