ANCI – esclusiva Agimeg: Cairoli (DG Gtech), IL 20 novembre terza edizione monitoraggio su GAP. Sono i numeri su cui impostare qualunque ragionamento

Gtech presenterà il 20 novembre, insieme all’Università La Sapienza e a Ipsos, la terza edizione (le precedenti sono del 2008 e del 2010) della ricerca per monitorare il gioco problematico. “E’ il terzo anno in cui eseguiamo il monitoraggio e la metodologia è stata costante. Dopo tre anni sarà tutto estramemente più solido e verrà messo sul tavolo in maniera trasparente da chi ha eseguito la ricerca” commenta a Agimeg Fabio Cairoli, direttore generale di Gtech, a margine della tavola rotonda “Gioco responsabile e territorio: realtà e utopia” che la compagnia ha organizzato nel corso della XXX Assemblea Anci di Firenze. “Quelli” prosegue, “sono i numeri su cui si deve impostare qualunque forma di ragionamento. Fino a oggi tutte le altre ricerche hanno detto che l’Italia è all’interno della forbice internazionale di gioco problematico, che è dallo 0,2 al 2,2%. Siamo dove stanno i Paesi che sono stati più regolamentati di altri, e mi stupirei se dalla ricderca emergessero dei dati differenti”. Insomma quello del gioco patologico “è un fenomeno di grandissima attenzione ma che non deve criminalizzare il restante 98-99% dei giocatori che hanno un rapporto serreno con il gioco”. E sul tavolo di confronto con l’Anci che da più parti si è caldeggiato nel corso della tavola rotonda “Noi siamo a disposizione qualora si percepisca la necessità di una nostra partecipazione. Possiamo portare il nostro bagaglio di conocscenze decennale sul mercato e sul giocatore. Non compete a noi concessionari chiedere il confronto, ma spero che il tavolo venga indetto che si siedano gli attori rilevanti, e spero con un’attitudine non di contrapposizione ma di sintensi di tutti i temi che i vari attori hanno sostenuto”. Tra le proposte che lo stesso settore ha avanzato negli ultimi mesi c’è anche quella di ridurre il nuemro di slot presenti sul territorio: “Dieci anni fa le commissioni parlamentari hanno dichiarato che esisteva un’offerta di di 6-800mila apparecchi illegali. Oggi ce ne sono circa la metà legali, e una frangia ancora illegale” ricorda Cairoli. “All’interno di Confindustria abbiamo presentato una proposta che prevede una migliore definizione dei parametri che regolamentano la distribuzione degli apparecchi. E’ necessario però anche salvaguardare una giusta presenza sul territorio delle macchine, per evitarte la diffusione del illegale. Spero che anche questa proposta venga inserita nella delega fiscale, esiste la possibilità che si trovi una sintesi con le altre poposte avanzate dagli altri soggetti”. In concreto, la proposta nonmn prevede la semplice riduzione del numero di apparecchi, ma detta “criteri per definire in quali luoghi e in quali no istallare le slot; una migliore definizione degli spazi, all’interno dello stesso esercizio, tra l’offerta di gioco e l’offerta di altri pordotti; la re-introduzione di alcuni massimali sul numero di apparecchi istallabili per tipologia di esercizio. E’ una proposta articolata” conclude Cairoli, “che punta a avere una riduzione del numero di esercizi, una minore invasività del gioco, maggiori controlli sull’accesso al gioco, minor numero di macchine, sempre però bilanciando con la necessità di mantenere giusta presenza sul territorio per impedire il dilagare dell’offerta illegale. Oggi forse questa offerta è eccessiva, ma una riduzione troppo estesa ci farebbe tornare indietro di 10 anni, dove nel retrobbottega di ogni bar c’era una macchina illegale”. gr/AGIMEG

ANCI, Variati (sindaco Vicenza), Sindaci non ostacolano gioco legale. Favorirebbero quello illegale

“I sindaci non sono contro il gioco d’azzardo legale. Sarebbe stupido, perché ciò che ostacola con preconcetti il gioco legale, agevola quello illegale”. Lo ha detto Achille Variati, sindaco di Vicenza, nel corso della tavola rotonda “Gioco responsabile e territorio: realtà e utopia” organizzata da Gtech alla XXX Assemblea Anci in coros alla Fortezza da Basso di Firenze. Variati ha detto di avere “un atteggiamento dialogante con chi sta in questo campo. La nostra preoccupazione è nei confronti delle fragilità sociali presenti nel territorio”. E quindi ha elencato le richieste dei sindaci: “una legge quadro sul gioco – e la delega fiscale potrebbe rappresentare un buon punto di partenza – che tenga nella giusta considerazione le ludopatie. Maggiori sicurezze nel rilascio delle concessioni. Limitare e regolamentare la pubblicità sul gioco d’azzardo. Destinare poarte dei proventi dei giochi alle attività di contrasto, prevenzione e cura delle ludopatie. Promuovere forme e iniziative di formazione degli esercenti mirate alla prevenzione degli accessi del gioco”. Per Variati, ” il sindaco deve avere un potere identificatorio per i luoghi in cui vanno aperti i locali di gioco. Ci sono delle aperture che i sindaci reputano inopportune, come ad esempio quelle nei pressi delle scuole, e reagiscono con delle ordinanze, a volte confermate, a volte boccioate dai tribunali amministrativi. E’ anche per questo che serve una legge quadro”. gr/AGIMEG

ANCI, Cairoli (Gtech), Necessario mantenere una rete diffusa sul territorio, per non perdere il contatto con il giocatore e non favorire l’illegale

“Il quadro normativo italiano in materia di giochi non è carente ,è disorganico”. E’ quanto ha detto Fabio Cairoli, direttore generale di Gtech, nel corso della tavola rotonda “Gioco responsabile e territorio: realtà e utopia” che la compagnia ha organizzato nel corso della XXX Assemblea Anci che si sta svolgendo alla Fortezza da Basso di Firenze. “La normativa italiana” ha spiegato ancora Cairoli, “è frutto di interventi effettuati nel corso di 40 anni, spesso dettati dalle esigenze del momento, senza tenere in considerazione la visione di insieme”, auspicando quindi che grazie alla delega fiscale si effettui un’operazione di riordino. Cairoli ha quindi sottolinesato che per quanto riguarda il fenomeno della ludopatia, “Gtech può contrubuire fornendo la propria conoscenza del territorio e dei giocatori”. Per Cairoli, inoltre, è necessario “mantenere una rete sul territorio abbastanza diffusa che garantisca il contatto con il giocatore. In altre parole, se la rete venisse compressa eccessivamente, si finirebbe con il favorire la rete illegale, che finirebbe con il colmare i vuoti”. Il direttore generale di Gtech ha quindi ricordato l’impegno della compagnia nel contrasto alla dipendenza da gioco. Tra le varie iniziative, la collaborazione alla ricerca “Giocare Sicuro”, insieme a Fondazione Sussidiarietà, Sisal, Acadi, associazione Giochi e Società; la collaborazione avviata con l’Università La Sapienza e Ipsos per monitore in maniera continuativa il fenomeno del gioco problematico (la ricerca è stata condotta tra il 2008 e il 2010, e aggiornata nel 2013); il sostegno alla help line attivata da Federserd (che in 42 mesi di attività ha registrato 85mila visite del sito e circa 21mila contatti telefonici; circa 7.500 situazioni uniche sono state classificate come problematiche); il corso di e-learning (avviato con la fondazione SiLabs) per strutturare e sistemare la formazione della rete di punti vendita. In particolare il corso ha tra gli obiettivi principali la prevenzione del gioco minorile. Sono poi state realizzate tre versioni di training, rivolte a retailer generalisti, a operatori di sala vlt, e ai dipendenti. gr/AGIMEG

ANCI, Affinita (Moige), Se divieto gioco minorile fosse applicato rigorosamente, non sarebbe necessarie le distanze dalle scuole

“In Italia sembra che certe normative siano superate o non necessarie” ha detto Antonio Affinita, direttore generale del Moige, nel corso della tavola rotonda “Gioco responsabile e territorio: realtà e utopia” che Gtech ha organizzato nel corso della XXX Assemblea Anci di Firenze. “Il divieto del gioco minorile” ha prioseguioto Affinita, “deve essere invece considerato un cardine, una sorta di articolo 1 da cui partire. Anche perché se questa normativa viene rispettata rigorosamente da tutti i rivenditori dei giochi, vengono meno una serie di preoccupazioni, prime fra tutti quelle che portano a dettare i limiti di distanza dalle scuole”. Affinita ha quindi caldeggiato maggiori controlli sulla rete, proprio per avere la certezza che il divieto di gioco minorile venga effettivamente rispettato., e quindi ha auspicato che anche “i concessionari adottino iniziative concrete per colpire gli esercenti che infrangono il divieto”, in aggiunta alle alle sanzioni previste dalla legge. gr/AGIMEG

ANCI, Risso, FIT già organizza corsi contro ludopatie, ma individuare il giocatore problematico non è facile

“La  federazione Italiana Tabaccai già organizza dei corsi per in propri associati, per prepararli a affrontare il problema delle ludopatie. E i partecipanti sono chiamati a sostenere un esame che si tiene periodicamente presso le sedi dei Monopoli di Stato”. E’ quanto ha spiegato Giovanni Risso, presidente della FIT, nel corso della tavola rotonda “Gioco responsabile e territorio: realtà e utopia” organizzata da Gtech nel corso della XXX Assemblea Anci di Firenze. Risso comunque ha accolto con favore qualunque nuova iniziativa analoga, ma ha anche spiegato che non è facile il più delle volte riconoscere un giocatore affetto da dipendenza “Il giocatore è furbo e solitamente effettua le giocate in luoghi diversi, di conseguenza è difficile capire quanto esattamente spende”. Risso ha anche caldeggiato una legislazione che  “riconosca ai comuni una serie di potere sulla localizzazione della rete”, anche se occorre contemperare questa esigenza con “le concessioni che lo Stato ha in precedenza rilasciato agli operatori di settore”. gr/AGIMEG

ANCI, Marcotti (Federbingo), Abbiamo gli stessi obiettivi dei Comuni, serve un tavolo di confronto

Italo Marcotti, presidente di Federbingo, ha lanciato un appello all’Anci per “Riunirsi attorno a un tavolo, e individuare gli obiettivi comuni”. Nel suo intervento alla tavola rotonda “Gioco responsabile e territorio: realtà e utopia” che Gtech ha organizzato nel corso della XXX Assemblea Anci di Firenze”, ha infatti sostenuto che concessionari e comuni, a livelli diversi, facciano entrambi parte dello Stato, e condividano pertanto gli stessi obiettivi. Ma per Marcotti, oltre ai maggiori controlli è necessari anche diffondere una maggiore cultura del gioco responsabile, gioco che deve essere percepito come una mera forma di intrattenimento. E rivolngendosi nuovamente all’Anci, ha chiesto di avviare “un dialogo che eviti forzature. Non è bene che il confronto si crei di fronte a un Tribunale Amministraztivo (a fine mese di fronte al giuidice della Liguria si terrà l’udienza di merito dei ricorsi intentati contro il regolamento del Comune di Genova, NdR). Le ordinenaze adottate dai Comuni sono chiaramente dei segnali, ma adesso occorre trovare delle soluzioni condivise per arginare il gioco patologico, altrimenti si rischia una rottura”. gr/AGIMEG