Alea e And, “Decreto Balduzzi apprezzabile ma con gravi omissioni”

ALEA , l’associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio, e AND  (“Azzardo Nuove Dipendenze”), l’associazione di promozione sociale, hanno congiuntamente analizzato e commentato gli artt. 5 e 7, del “decreto Balduzzi”, che intervengono direttamente in materia di gioco d’azzardo.

Secondo ALEA e AND il decreto 158/2012 convertito con legge 189/2012 è di  complessiva insufficienza. Le due associazioni pur apprezzando il lavoro svolto da parte del Ministero della Salute, sostengono che lo Stato appare come gravemente dipendente dal gioco d’azzardo e che qualsiasi provvedimento limitativo, venga temuto al pari di una sindrome d’ astinenza.

I rappresentanti di ALEA e AND  considerando alcuni  punti sostanziali degli  artt. 5 e 7 hanno evidenziato che il gioco d’azzardo patologico pur inserito nei livelli essenziali di assistenza, non presenta iniziative di potenziamento. Di fatto rinuncia a reperire finanziamenti rivolti all’avvio sistematico di iniziative di cura e prevenzione, non rilasciando  indicazioni omogenee alle regioni, affinché sia sviluppato un sistema di monitoraggio esteso per tutta la popolazione, per  curare o prevenire  la patologia del gioco e inoltre non afferma la competenza dei dipartimenti per le dipendenze nella implementazione degli interventi sanitari.

Mentre per quanto riguarda la limitazione della pubblicità e la diffusione di informazioni sui rischi di dipendenza l’ artt. 7  stabilisce solo di non fare promozione dell’azzardo negli ambiti dedicati ai minori, dimenticando per tanto di imporre limitazioni a messaggi promozionali  che stimolano e sfruttano la mente del giocatore favorendo in questo modo solo l’industria del gioco.

Infine per il divieto d’ accesso del minore di anni 18 nelle sale prevalentemente e totalmente dedicate al gioco, tale decisione seppur giusta è difficile da applicare visto il modello distributivo dei giochi in Italia. Ma su questo punto le organizzazioni, ALEA e AND si dimostrano fiduciose perché attendono che il concetto di pericolosità e di sanzione, stabilito dalla norma, sia interiorizzato dai gestori che inizieranno così ad applicarlo.

In conclusione per le due associazioni, il decreto Balduzzi pecca per omissioni. Infatti ALEA e AND si aspettavano un atto più coraggioso da parte del governo, mentre con questa nuova normativa ancora una volta  si è visto il prevalere della pressione inarrestabile, alla ricerca di denaro da chiunque e comunque arrivi.

Per scaricare l’intero documento: Analisi e commento.

fda/AGIMEG