E’ stata pubblicata al Senato la Relazione sugli interventi realizzati ai sensi della legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati presentata dal Ministro della salute Grillo. Nel testo anche dei riferimenti al gioco. In particolare si legge: “i CAT (comunità multifamiliari presenti su tutto il territorio nazionale ndr.) lavorano secondo i principi ed i metodi dell’approccio sistemico e multifamiliare, promuovendo la partecipazione diretta e responsabile di tutti i membri di una famiglia e della rete relazionale prossima nelle sofferenze, nei disagi e nei disturbi correlati al consumo di bevande alcoliche, all’uso associato di altre droghe e/o alla presenza di altri comportamenti problematici (es.: disagi psichici, gioco d’azzardo, disturbi del comportamento alimentare, rapporto problematico con internet, ecc.), stimolando un processo di cambiamento di stile di vita orientato alla riconquista della propria salute e libertà”. “Tra le maggiori inadempienze nell’applicazione della predetta Legge Quadro resta ancora oggi l’assenza di norme che regolino l’istituzione, l’organizzazione e la funzione dei Servizi per l’Alcologia. Ciò comporta una notevole frammentazione della risposta alle problematiche alcol correlate a livello nazionale e regionale. Negli ultimi anni la tendenza delle varie Regioni è stata prevalentemente quella di collocare i Servizi di alcologia all’interno dei Dipartimenti per le Dipendenze, in alcune realtà regionali gli stessi Servizi sono collocati nei Dipartimenti di Salute Mentale. Inoltre, i Servizi specifici sull’alcol o le Equipe Alcologiche risultano essere inseriti nei Servizi per le dipendenze (Ser.D) nei quali avviene anche la presa incarico di altri disturbi legati al consumo di sostanze e delle new addiction (gioco d’azzardo, internet, etc. ecc) e nei quali, quindi, il personale non è esclusivamente dedicato e formato per i pazienti con problemi alcologici. In pochi altri casi invece i Servizi di alcologia si trovano collocati in Strutture Ospedaliere o Universitarie. Sarebbe auspicabile prevedere delle linee di indirizzo che definiscano ambiti e interventi specialistici per i Disturbi da Uso di Alcol visto che ad oggi ancora non esistono, come esistono per il Tabacco. Questa lacuna normativa, tra l’altro, porta alcune Regioni a unificare, nel Catalogo Regionale e Aziendale delle Prestazioni Specialistiche Ambulatoriali, sotto la definizione di Visita Tossicologia, anche quella Alcologica”, aggiunge il testo. “Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali costituisce il riferimento riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale per la diagnosi delle diverse forme di addiction. Nella sua ultima versione, il DSM 5, introduce la categoria del “disturbo da uso di sostanze o da addiction senza sostanze (gioco d’azzardo)”, nell’ambito della quale si colloca il “disturbo da uso di alcol”, declinato secondo livelli crescenti di gravità, definiti attraverso criteri diagnostici prestabiliti. Questa impostazione nosografica risulta particolarmente utile ai fini di questo protocollo, sia perché introduce criteri diagnostici univoci, sia perché prevede una distinzione per livello di gravità che contribuisce ad orientare la graduazione del livello di rischio”, continua la relazione. cdn/AGIMEG