“Alle Acli di Piacenza non è piaciuta la delibera della Giunta regionale dell’Emilia Romagna, di consentire ai comuni, di prorogare di sei mesi la chiusura o lo spostamento delle sale gioco attualmente presenti entro la distanza di 500 metri dai luoghi sensibili. Sarà, come dice l’assessore regionale Andrea Corsini, che non c’è nessun cedimento da parte della regione sul fronte del contrasto alla ludopatia e che la delibera “ha il solo scopo di chiarire alcuni punti della norma che rischiavano di generare problemi e confusione”, ma forse era bene pensarci prima perché i casi particolari o controversi, che si sono e si potranno creare, erano ampiamente prevedibili”, ha detto Roberto Agosti, presidente provinciale delle Acli piacentine. “Di fatto la delibera – ha aggiunto -, che cerca giustamente di porre rimedio a queste situazioni, viene percepita come cedimento a pressioni esterne e certamente crea ancor più confusione e incertezza, anche alla luce del pronunciamento del TAR di Parma che ha dato regione ai comuni di Castel San Giovanni e Rottofreno che, primi in provincia di Piacenza, avevano provveduto a imporre la chiusura delle sale gioco vicine ai luoghi sensibili. Positivo invece che la Regione lo scorso ottobre abbia destinato, per le annualità 2018 e 2019, 7,4 milioni di euro per attività e progetti di prevenzione, cura e assistenza delle persone affette da ludopatia. Bene anche che la Regione abbia raddoppiato, lo scorso anno, i fondi per premiare gli esercenti ‘virtuosi’ e responsabili che hanno deciso di dire no alle slot. Dai 150mila euro del 2017 si è passati, infatti, ai 300mila euro stanziati dalla Giunta nel 2018. Fondi che possono sostenere progetti, presentati da Comuni e Unioni dell’Emilia-Romagna, con l’obiettivo di contrastare i fenomeni di dipendenza dal gioco d’azzardo e ridurre l’impatto e le ricadute sulla collettività in termini di costi, sicurezza e legalità. Ci auguriamo che i comuni Piacentini aderiscano: da parte nostra la massima disponibilità a collaborare”, ha detto. cdn/AGIMEG