Nel 2024 la spesa degli italiani per giochi, scommesse e lotterie è di circa 22,5 miliardi di euro, ma si è orientata più verso i giochi che creano più intrattenimento e meno dipendenza e, in particolare, verso i giochi di abilità che hanno un payout più elevato. E’ quanto stima l’Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione (Agic) che riunisce i quattro principali concessionari del gioco lecito (Igt, Lottomatica, Sisal Italia e Snaitech) e rappresenta una quota di quasi il 70% del gioco legale, una rete di 60mila punti vendita sul territorio nazionale e 6mial occupati – come riporta l’agenzia di stampa Il Sole 24 Ore Radiocor. Il gettito per le casse pubbliche è calcolato in 11,5 miliardi, in linea con il 2023. La raccolta è cresciuta del 6% a circa 155 miliardi includendo – ha spiegato Michele Sessa, responsabile Affari istituzionali e regolatori di Snaitech – un miliardo di raccolta in meno sulle gaming machines, con 250 milioni di gettito in meno, a favore dei giochi di abilità a distanza che hanno un payout superiore al 93%, mentre le gaming machines hanno un payout tra il 63% e il 74%. Di questo mercato l’online rappresenta circa il 23% della spesa mentre ha già sorpassato il canale fisico quanto a raccolta totale.
Nel commentare l’andamento del mercato, i rappresentanti di Agic hanno sottolineato l’urgenza di procedere al riordino delle disposizioni vigenti sul gioco fisico che consenta di abbandonare il consueto regime di proroga per i vari segmenti di attività e di avere certezze normative e regolamentari su cui impostare gli investimenti. “Le quattro aziende di Agic hanno generato dal 2003 circa 120 miliardi di euro di gestito allo Stato – ha detto Alberto Giorgetti, direttore delle relazioni istituzionali di Igt -. Il gioco legale pubblico è stata una scelta dello Stato e una scelta virtuosa. Noi come Agic vogliamo fornire ai soggetti istituzionali la nostra esperienza in un settore che deve evolvere”. “Vogliamo fare gli investimenti – ha spiegato il direttore Affari istituzionali di Sisal, Giovanni Emilio Maggi – Il confronto con il Mef è aperto: abbiamo predisposto un documento il cui aspetto principale è la certificazione dei punti vendita che, se certificati, non dovrebbero essere soggetti ai limiti della distanza o ad altre limitazioni. E’ una parte della nostra proposta che è condivisa dal Mef e che è stata portata al tavolo Stato-Regioni”. cdn/AGIMEG