ADM, contenziosi tributari: nel primo trimestre 2023 il 60,29% di esiti favorevoli

Nel periodo gennaio-marzo 2023, i ricorsi pervenuti complessivamente presso le Corti di giustizia tributaria (CGT) sono stati 53.048, dei quali 41.928 in primo grado e 11.120 in appello, in aumento rispetto a quanto registrato nell’analogo periodo del 2022 (+36,39%, pari a +14.155 controversie).

In particolare, il confronto su base annua registra in primo grado un aumento delle nuove controversie (+52,41%), mentre nel secondo grado i nuovi appelli diminuiscono (-2,31%). L’incremento in primo grado è correlato alla ripresa delle attività di riscossione e di controllo dei tributi da parte degli enti della fiscalità, dopo il periodo emergenziale collegato al Covid-19.

Il valore complessivo dei nuovi ricorsi, pari a 7,1 miliardi di euro, diminuisce del 9,42% in primo grado, mentre è sostanzialmente analogo in appello (+0,35%). Nello stesso periodo sono state definite complessivamente 47.639 controversie, delle quali 33.440 in primo grado e 14.199 in appello, con una diminuzione tendenziale delle decisioni depositate pari al 4,86% (-2.432 controversie) rispetto al corrispondente trimestre del 2022, meno marcata nel primo grado (-3,53%) rispetto al secondo grado (-7,84).

Presso le CGT di primo grado, nel primo trimestre 2023 la percentuale di giudizi completamente favorevoli all’Ente impositore è stata pari al 49,42% dei provvedimenti emessi, per un valore complessivo di 2.097,53 milioni di euro (che corrispondono al 59,55% del valore complessivo dei ricorsi definiti nel periodo); la percentuale di giudizi completamente favorevoli al Contribuente si è attestata al 29,21%, per un valore complessivo pari a 544,44 mln di euro (che corrispondono al 15,46% del valore complessivo dei ricorsi definiti nel periodo). La percentuale delle cause concluse con giudizi intermedi è del 9,24%, per un valore complessivo di 414,72 mln di euro.

Nelle CGT di secondo grado, le cause concluse con giudizi completamente favorevoli all’Ente impositore sono il 53,45% dei provvedimenti emessi, per un valore complessivo pari a 2.077,34 mln di euro (che corrispondono al 67,69% del valore complessivo degli appelli definiti nel periodo); la percentuale di giudizi completamente favorevoli al Contribuente è il 27,96%, per un valore complessivo pari a 432,43 mln di euro (che corrispondono al 14,09% del valore complessivo degli appelli definiti nel periodo). La percentuale delle cause concluse con giudizi intermedi è dell’8,23%, per un valore complessivo di 262,02 mln di euro.

Il 53,79% delle controversie definite in entrambi i gradi di giudizio registrano una compensazione delle spese di giudizio; il 30,33% delle stesse sono state poste a carico del contribuente, mentre il restante 15,88% è a carico dell’ufficio.

Le istanze di sospensione accolte nel primo grado di giudizio rappresentano il 27,60% delle istanze complessivamente decise e il loro valore, pari a 814,49 mln di euro, rappresenta il 50,76% del valore complessivo; le istanze di sospensione accolte nel secondo grado rappresentano il 23,23% delle istanze complessivamente decise e il relativo valore è pari a 100,11 mln di euro, che rappresenta il 31,94% del valore complessivo.

Le pendenze, che al 31 marzo 2023 si attestano a 275.562 unità, registrano una crescita del 2,00% rispetto al 31 dicembre 2022 (+5.409), e del 5,12% (+13.430) rispetto al 31 marzo 2022.

Il 17,1% delle controversie trattate in udienza è stato discusso da remoto; tale dato risulta in linea con quello congiunturale (18,1%), mentre il confronto tendenziale con il dato rilevato nello stesso trimestre dell’anno precedente (40,5%) mostra una netta riduzione delle udienze a distanza, determinata dalla cessazione del periodo emergenziale e dalla conseguente decisione dei giudici tributari di incrementare lo svolgimento delle udienze presso le sedi delle Corti di giustizia tributaria.

L’88,2% delle sentenze e degli altri provvedimenti definitori depositati nel periodo è stato redatto digitalmente, e il tempo medio di deposito risulta pari a 49,6 giorni, nettamente inferiore rispetto al tempo medio dei provvedimenti cartacei depositati, pari a 102,3 giorni.

E’ quanto rende noto il Mef nel Rapporto trimestrale sul contenzioso tributario del primo trimestre 2023.

Il numero dei ricorsi presentati nel trimestre in esame risulta pari a 41.928. Il 44,72% dei nuovi ricorsi riguarda atti impositivi emessi dall’AE-Riscossione, seguono con il 30,28% i ricorsi che coinvolgono l’Agenzia delle Entrate e con il 26,19% i ricorsi avviati contro gli Enti Territoriali. Il confronto con il primo trimestre del 2022 mostra un forte incremento del nuovo contenzioso verso l’AE-Riscossione (+176,75%), gli Altri Enti (+89,83%), gli Enti Territoriali (+36,89%), l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (+31,29%) e, in modo più moderato, verso l’Agenzia delle Entrate (+5,33%).

Nel trimestre in esame, il nuovo contenzioso di valore inferiore a 50.000 euro, soggetto all’istituto del reclamo/mediazione di cui al citato articolo 17-bis, si attesta su livelli nettamente superiori rispetto al primo trimestre del 2022 (+67,36%, pari a +14.107 ricorsi), e a quello del 2021 (+214,30%, pari a +23.899 ricorsi). La distribuzione delle nuove liti per Ente impositore evidenzia, rispetto al 2022, una forte ripresa del contenzioso verso l’AE-Riscossione (+245,92%, pari a +10.668 ricorsi), verso gli Altri Enti (+82,89%, pari a +2.049 ricorsi), verso l’Agenzia Dogane e Monopoli (+32,38%, pari a +91 ricorsi) e verso gli Enti Territoriali (+20,96%, pari a +1.325), mentre resta sostanzialmente uguale il contenzioso verso l’Agenzia delle Entrate (-0,35%, pari a -26 ricorsi).

Tra gli Enti impositori che registrano la percentuale più alta di esiti completamente favorevoli c’è l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con il 60,29%, il cui valore economico (pari a 112,56 mln) costituisce il 78,68% del valore complessivo delle controversie definite in cui è parte lo stesso Ente.

Le maggiori percentuali di successo per gli Enti impositori si registrano negli appelli che vedono coinvolta, tra le altre, l’Ag. Dogane e Monopoli con il 68,54%, il cui valore economico è di 45,09 mln di euro, pari al 70,41% del valore complessivo degli appelli attivati contro lo stesso Ente. cdn/AGIMEG