ADM: nel 2022 oltre il 70% di ricorsi favorevoli

Il Ministero dell’economia e delle finanze comunica che nel 2022 è stata registrata una riduzione complessiva delle liti tributarie pendenti dell’1,3% e una significativa contrazione delle controversie in attesa del giudizio in appello, -11,3%, rispetto all’anno precedente. É il quadro che emerge dalla Relazione sull’andamento del contenzioso tributario e sulle attività delle Commissioni tributarie relativa al 2022 pubblicata dal Dipartimento delle finanze – Direzione della Giustizia tributaria.

La Relazione evidenzia inoltre che nel 2022 la durata media dei giudizi di primo grado è stata pari a 1 anno e 7 mesi, il valore più basso nel periodo 2018 – 2022. Per il secondo grado è invece diminuita la durata media (2 anni e 8 mesi), in controtendenza rispetto al dato del biennio 2020-2021.

Riguardo alle controversie complessivamente pervenute alle Corti di giustizia tributaria (187.023) si registra, in particolare, un forte aumento dei ricorsi nel primo grado di giudizio (+88,2%) e un lieve calo (-4,4%) dei nuovi appelli. L’ elevato numero dei ricorsi presentati in primo grado è strettamente connesso alla ripresa delle attività di riscossione e di controllo dei tributi da parte degli enti preposti a seguito della fine del periodo legato all’emergenza Covid.

Il valore complessivo delle controversie definite nel 2022 è di circa 23,6 miliardi di euro per un ammontare medio della singola controversia pari a circa 124 mila euro.

I ricorsi contro l’Agenzia delle Dogane, delle Accise e dei Monopoli registrano l’incidenza più alta nel Lazio (15,2%), in Campania (13,4%), in Sicilia (12,5%) ed in Lombardia (10,6%). Anche il contenzioso che coinvolge gli enti territoriali vede l’incidenza maggiore nelle CGT 1° gr. della Campania (25,1%), della Sicilia (17,6%), del Lazio (14,3%) e della Calabria (11,1%).

Nel secondo grado di giudizio, gli appelli che riguardano l’Agenzia delle Dogane, delle Accise e dei Monopoli registrano l’incidenza più alta nel Lazio (27,7%), in Sicilia (10,2%), in Lombardia (9,4%) ed in Campania (8,5%). Si segnala, inoltre, che l’incidenza più alta degli Enti Territoriali di registra nel Lazio (22,0%), in Campania (21,8%), in Sicilia (14,9%) ed in Puglia (8,7%). Il confronto, nel periodo 2020 – 2022, per natura giuridica dei ricorrenti, mostra che le persone fisiche hanno raggiunto nel 2022 la quota del 70,0% del totale dei ricorsi presentati in primo grado allineandosi al valore registrato nel 2018, mentre la distribuzione degli appelli pervenuti in CGT 2° gr. risulta più equilibrata tra le persone fisiche e gli altri soggetti giuridici.

Nel triennio 2020 – 2022, la percentuale di appelli presentati dal contribuente avverso le sentenze di primo grado cresce dal 57,8% nel 2020 al 65,2% nel 2022, con la conseguente riduzione della percentuale degli appelli proposti dagli enti impositori, che passa dal 42,2% nel 2020 al 34,8% nel 2022.

Analizzando gli esiti per tipologia di tributo e per grado di giudizio, si segnala che in primo grado le percentuali maggiori di esito pienamente favorevole all’ufficio sono state registrate nei giudizi aventi ad oggetto il contributo unificato (61,1%), l’Iva (60,7%), l’Irap (58,5%), l’Ire/Irpef (56,7%) e l’Ires/Irpeg (55,9%). Le percentuali maggiori di esito pienamente favorevole al contribuente riguardano gli altri tributi locali (46,5%), la Cosap/Tosap (45,6%), le imposte sulla pubblicità (39,7%) ed i tributi e tasse auto (34,8%). Il giudizio intermedio registra percentuali superiori alla media (9,8%) nei seguenti tributi: Irap, Ires/Irpeg, i tributi sulle proprietà immobiliari, Ire/Irpef ed i tributi smaltimento rifiuti. Nel secondo grado, le percentuali maggiori di esito pienamente favorevole all’ufficio sono state registrate nei giudizi riferiti agli altri tributi locali (71,5%), al contributo unificato (60,2%), ai tributi doganali (56,4%) ed ai tributi sulle proprietà immobiliari (56,0%). Inoltre, le percentuali maggiori di esito pienamente favorevole al contribuente si attestano nelle controversie relative alle imposte di registro (43,6%), alle imposte sulla pubblicità (40,2%), ai tributi e tasse auto (34,0%) ed alle imposte ipotecarie e catastali (33,9%). Il giudizio intermedio registra percentuali superiori alla media (8,8%) nei seguenti tributi: tributi smaltimento rifiuti, imposte ipotecarie e catastali, Ires/Irpeg e Irap. In particolare, emerge che: • l’esito di primo grado risultato favorevole all’ufficio è stato confermato, negli appelli definiti nel 2022, nel 65,1% dei casi, mentre è risultato favorevole al contribuente, ribaltando quindi, il giudizio, nel 18,5% dei casi; • l’esito di primo grado risultato favorevole al contribuente è stato confermato nel 42,7% dei casi, mentre è risultato favorevole all’ufficio, ribaltando quindi il giudizio, nel 40,8% dei casi. • il giudizio intermedio in primo grado è stato confermato in appello solo nel 19,4% dei casi, divenendo completamente favorevole all’ufficio nel 43,9% dei casi e completamente favorevole al contribuente nel 26,8% dei casi. Tra le percentuali di conferma dell’esito di primo grado a favore dell’ufficio superiori al valore medio sopra citato (65,1%), si segnalano le controversie riguardanti l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (73,9%), l’Agenzia delle Entrate – Riscossione (71,0%) e gli Enti Territoriali (67,1%). Di contro, le percentuali di ribaltamento dell’esito a favore del contribuente superiori al valore medio (18,5%), si registrano nei giudizi relativi agli Altri Enti (23,2%) e agli Enti Territoriali (19,6%). La percentuale di conferma dell’esito di primo grado a favore del contribuente superiori al valore medio (42,7%), si riscontra nelle controversie riguardanti l’Agenzia delle Entrate (47,1%). Le percentuali di ribaltamento dell’esito a favore dell’ufficio superiori al valore medio (40,8%), emergono nelle controversie relative agli Enti Territoriali (54,5%), all’Agenzia delle Entrate – Riscossione (49,8%), agli Altri Enti (46,5%) ed all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (45,1%).

Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli – le regioni con le più alti percentuali di conferma dell’esito favorevole all’ente impositore sono Basilicata (100,0%), Friuli Venezia Giulia (98,3%), Umbria (88,6%) e Piemonte (87,5%), mentre quelle con le percentuali più alte di conferma dell’esito favorevole al contribuente sono Trento (100,0%), Basilicata (75,0%) e Veneto (56,4%).

Relativamente ai ricorsi presentati dall’Agenzia delle accise, dogane e monopoli, la percentuale di accoglimento a favore dell’Agenzia stessa è pari del 71,1% (36,4 mln di euro), mentre la percentuale di accoglimento a favore dei contribuenti è del 18,9% (1,4 mln di euro), a cui sommare il 6,7% dei ricorsi proposti dall’ente dichiarati inammissibili (0,1 mln di euro).

L’indice di vittoria relativo all’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli considera le decisioni totalmente favorevoli e quelle parzialmente favorevoli all’Agenzia e si riferiscono esclusivamente alle sentenze passate in giudicato nell’anno 2022. La modalità di calcolo adottata dall’Agenzia prevede un parametro sintetico di misurazione risultante dal rapporto tra i seguenti due indici: a) un indice numerico, peso 40%, recante: 1) al numeratore il numero di sentenze definitive totalmente favorevoli più il numero di sentenze definitive parzialmente favorevoli; 2) al denominatore il numero di sentenze definitive totalmente favorevoli più il numero di sentenze definitive parzialmente favorevoli e più il numero di sentenze definitive sfavorevoli. b) un indice a valore, peso 60%, recante: 1) al numeratore il valore delle controversie nelle sentenze definitive totalmente favorevoli più il valore del liquidato in sentenza dal giudice nelle sentenze definitive parzialmente favorevoli; 2) al denominatore il valore delle controversie nelle sentenze definitive totalmente favorevoli più il valore delle controversie nelle sentenze definitive parzialmente favorevoli e più il valore delle controversie nelle sentenze definitive sfavorevoli. Per effetto della modalità di calcolo appena descritta, l’indice complessivo realizzato nel 2022 dall’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli è pari a 89,9%. cdn/AGIMEG