Venti anni fa Maurizio Ughi, in qualità di Presidente di Snai Servizi, fu tra gli artefici del lancio delle scommesse sportive legali in Italia, un mercato che tra rete fisica e online oggi viaggia sui 10 miliardi di euro di raccolta l’anno. Un successo clamoroso per l’epoca, per un prodotto che due decenni dopo è ancora tra i più gettonati nel panorama dei giochi in Italia. Tutto iniziò nel 1998, con i Mondiali di Calcio in Francia.
Il lancio delle scommesse sportive in che momento storico e politico, per il mercato del gioco in Italia, avvenne? Era una semplice novità o era frutto di esigenze economiche e sociali maturate in quel periodo?
Evidentemente c’era un interesse delle allora 300 agenzie ippiche di poter accettare gioco, oltre che sulle corse dei cavalli, anche sulle partite di calcio, anche perché all’interno e nelle vicinanze delle agenzie in quel momento storico vi erano soggetti che accettavano scommesse clandestine con il totonero. Noi interloquivamo con il Governo per fare presente che ci portano via soldi per un prodotto che in quel momento non c’era, come le scommesse sportive legali, ma che poteva diventare un gioco lecito. Noi come Snai Servizi già dal 1994/95 avevamo cominciato a lavorare con il totalizzatore nazionale sulle scommesse ippiche, in quanto avevamo stipulato un accordo con Sisal per offrire la tris in una società condivisa – la Consortris – e Snai Servizi che era il soggetto partecipe al 50% fu il primo a immettere il sistema di accettazione nelle scommesse sulla tris grazie a un sistema online all’interno dei punti vendita. Nel 95 Snai Servizi acquisto’ Trenno, si quotò in Borsa e cambio’ nome in Snai Spa che allora era solo un prestatore di servizi. All’epoca ero presidente di Snai (sindacato nazionale agenzie ippiche) e cercai di convincere il Governo che le agenzie avevano una clientela giusta per lanciare un nuovo prodotto come le scommesse ippiche. Così nel 98 il governo si decise a dare questa autorizzazione e fare una legge ad hoc. Inizialmente si partì con Snai, poi venne Spati che non era ancora posseduta da Sisal all’epoca, composta da una trentina di agenzie.
Perchè furono scelti i Mondiali di Francia 1998 ed in particolare la partita Italia-Norvegia? Secondo lei il lancio fu preparato e fatto nel modo giusto o si poteva fare qualcosa di diverso?
I Mondiali di quell’anno ci aiutarono per dare la spinta decisiva, al fine di non lasciare il settore in mano a chi opera illegalmente, ma passandolo di fatto sotto il controllo dello Stato. Le prime autorizzazioni arrivarono a marzo-aprile di quell’anno, siglammo le prime convenzioni con il Coni. Devo dire che i primi mesi furono dal punto visto tecnologico molto impegnativi, non immaginavamo una simile mole di movimento di giocate, poi ci adattammo e migliorammo il rendimento del nostro sistema di accettazione giocate. Alla fine del 2000, quando ci furono le gare, Snai Servizi cedette a un prezzo quasi simbolico il software al MEF, che da quel momento divenne garante della raccolta, attraverso Sogei.
Come fu accolta questa novità dal grande pubblico?
Il successo era già cominciato prima ancora dell’avvento delle scommesse sportive. Già da un anno prima avevo iniziato a promuovere attività legale sul calcio, invitando i giornalisti a vedere come sarebbe stata l’accettazione delle giocate, organizzando conferenze stampa in cui avevo ricreato agenzie con la tecnologia del tempo. Il successo vero fu nell’accettazione delle scommesse sportive.
Anche media importanti si occuparono della questione?
I media ci diedero un apporto molto favorevole. Il gioco del calcio aiutò le agenzie ippiche a sdoganarsi, ci fu un grande successo di comunicazione, il calcio aveva sdoganato il settore del gioco portandolo sulla bocca di tutti, come si merita, in termini entusiastici.
Snai come si preparò e come sostenne l’evento anche nei mesi successivi?
In quegli anni noi eravamo diventati gli interlocutori privilegiati dei media e dell’opinione pubblica. Ricordo l’anno in cui Snai pago’ l’inter vincente campionato già a febbraio, eravamo dal punto di vista dell’opinione pubblica sulla cresta dell’onda. La più grande soddisfazione era che il gioco era stato sdoganato, abbiamo vissuto un momento di massima gloria per il fatto che il calcio è nelle corde di tutti, giovani e meno giovani, uomini e donne, fa parte della vita di tutti i giorni.
Ci sono delle curiosità poco conosciute che avvennero nelle prime settimane del nuovo mercato?
Ricordo una partita a inizio degli anni 2000 in cui segnalammo una probabilità di combine che successivamente fu confermata. Da quel momento ci si è reso conto che le partite di calcio, con l’accettazione delle scommesse attraverso una rete informatica, rappresentano una fotografia, un risultato virtuale prima ancora del risultato reale dell’incontro, una sorta di exit pool degli scommettitori sull’1X2. Se i flussi di gioco sono anomali rispetto alla normalità, scatta una allarme. In altre parole, abbiamo introdotto anche il concetto di alert nelle gare sportive. I risultati si possono accomodare, non le scommesse! Sono orgoglioso di essere stato utile a introdurre il concetto di regolarità nel settore delle scommesse sportive.
Ricordo anche i primi tempi in cui mi interfacciavo, nella mia veste di presidente del sindacato Snai, con Mario Pescante, presidente del CONI, che aveva paura di perdere a causa delle scommesse sportive il flusso economico derivante dal totocalcio. Un giorno, resosi conto dell’entusiasmo dei media e dell’opinione pubblica nei confronti delle scommesse, mi chiese di unire le forze e intraprendere un percorso condiviso. lp/AGIMEG