WGES, Garrisi (Stanleybet) ad Agimeg: “Con la nostra partecipazione al bando di gara finirà il mondo dei ctd. Il mio futuro non è in Stanleybet”

dai nostri inviati – Il prossimo bando di gara per il rinnovo delle concessioni per le scommesse, il mercato dei ctd, i rapporti con gli altri operatori ed il futuro dell’azienda, sono tra i temi trattati da Giovanni Garrisi, executive chairman and owner di Stanleybet, in un’intervista rilasciata ad Agimeg a margine del WGES che si sta tenendo a Barcellona. Di chi è la colpa dell’ennesimo mancato rispetto del termine di gara per il rinnovo delle concessioni di scommesse? “La colpa è del popolo italiano, nel senso che non è stato capace di esprimere un esecutivo in grado di prendere decisioni di questo tipo”. Gli operatori interessati alla gara hanno dovuto presentare rinnovo delle fidejussioni ed una manifestazione di interesse per la partecipazione. Voi come vi siete comportati? “La proroga non ci riguarda, ma piuttosto riguardava un sistema a cui non eravamo stati ammessi e quindi non avevamo nulla da deliberare”. Come reagiranno gli operatori che hanno sanato rispetto alla vostra annunciata partecipazione alla gara? “Far partecipare Stanleybet alla prossima gara è un’opportunità per tutti, anche per gli stessi sanati. E’ ora infatti di pensare al futuro, di progredire e non di continuare a piangerci addosso. La gara deve essere un elemento di stimolazione per il regolatore nell’essere arbitro ispirato alle sfide future”. Senza Stanleybet il mondo dei ctd finirà? “Se la gara sarà stata predisposta in maniera realmente inattaccabile in termini di compatibilità con il diritto dell’Unione e con le regole della nostra Costituzione, permettendoci cosi’ di entrare nel mercato italiano dalla porta principale, allora il mondo dei ctd sara’ solo un ricordo”. Proseguono le trattative e che rapporto avete con Aams? “Posso dire due cose. La seconda è che Aams conosce bene la nostra posizione”. E la prima? “E’ che entrambi abbiamo lo stesso obiettivo, cioè un mercato regolato da norme che valgano per tutti e che non producano figli e figliastri”. Si parla di una possibile vendita di Stanleybet. Oggi quanto vale l’azienda? “Cifre preferisco non farne, ma sicuramente il mio futuro non e’ in Stanleybet. Penso infatti di poter essere piu’ utile al mio paese in un altro modo”. Insomma  un messaggio importante per possibili acquirenti. Ma dopo la Brexit qual è il suo paese? “Il mio paese è, senza sè e senza ma, l’Italia. Ma amo l’Inghilterra, la mia seconda patria per quindici anni. Ho votato per il remain ma la democrazia è una cosa seria e bisogna avere rispetto per la volontà del popolo inglese”. es/AGIMEG