Giochi, Baretta (sottosegr. Mef): “Slot solo in sale dedicate. Nessuna obiezione su stop totale pubblicità ma serve supporto da UE. Bisogna intervenire anche sull’on line”

“Se troviamo un punto d’incontro con gli enti locali nel giro di un mese e mezzo o due avremmo fatto un passo importante per regolare il settore (dei giochi, ndr)”. È quanto afferma il sottosegretario all’Economia con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, intervenendo all’incontro Le regole del buon gioco, organizzato al Maxxi in occasione dei 40 anni del quotidiano La Repubblica, parlando del riordino del gioco sul territorio. Baretta ricorda che negli anni “si è esagerato, lo Stato si è fatto prendere la mano soprattutto con le macchinette che hanno visto una diffusione indiscriminata sul territorio” e lancia poi la sua ricetta per riformare il settore: “ridurre l’offerta sul territorio razionalizzandola. Con la legge di Stabilità abbiamo previsto una riduzione del 30% degli apparecchi che vanno collegati a un totalizzatore centrale (per evitare il rischio di schede doppie o ‘tarocche’) e un divieto parziale di pubblicità dalle 7 alle 22 per le tv generaliste”, ma “questo non basta, non risolve il problema della distribuzione dell’offerta sul territorio. Ci troviamo da una parte una stringente legislazione periferica degli enti locali, che in realtà si avvicina più al proibizionismo che alla regolamentazione, dall’altra noi come Stato siamo in ritardo”. La “personale” proposta di Baretta prevede di togliere le slot da bar e tabacchi, concentrandole in sale “dedicate”, ma soprattutto sorvegliate, “dove non entrano minorenni o ludopatici. Questo sarebbe un primo elemento nella direzione di un cambiamento che attenua il problema delle distanze”. Un altro tema importante da affrontare per il sottosegretario del Mef è il settore dell’online, “la frontiera del futuro”, dove “abbiamo scarsi strumenti legislativi. Sistemato il gioco tradizionale va affrontato coraggiosamente anche il tema dell’online”. Inserire nella legge di Stabilità un comma dedicato alla pubblicità “è stato un passo che abbiamo fatto senza che ci fosse richiesto” dalle istituzioni europee, ma su questo tema andrebbe “aperto un tavolo di confronto con l’Unione europea. Non ho nessuna obiezione su un divieto totale di pubblicità, ma vogliamo il supporto dell’UE: dobbiamo evitare una concorrenza (sleale, ndr) con i Paesi confinanti”. Il dibattito parlamentare che ha accompagnato l’approvazione della norma sulla pubblicità è stato “vivace. Abbiamo pensato a proibire gli spot durante le manifestazioni sportive, ma poi è prevalsa l’idea della fascia oraria, che è sembrata più ampia”. Il fatto che gli operatori radiotelevisivi stiano già rispettando la norma “facilita la rapida realizzazione del decreto attuativo”. Si potrebbe affrontare il tema del passaggio da fasce orarie a condizioni specifiche per gli operatori, esplicitando meglio la differenza tra tv generaliste e media specializzati, oppure regolamentare tutto ciò che “fa da contorno” alle manifestazioni sportive, ma “non credo sia la cosa più urgente. Credo dovremmo aspettare la prossima legge di Stabilità per questo. Il tema vero sono gli orari e le distanze: non possiamo sottomettere le sale dedicate a 500 metri dai luoghi sensibili, va evitato il proibizionismo”. Quello delle distanze, per Baretta, resta un tema “utile per trovare un equilibrio” tra le parti e raggiungere così un’intesa in tempi brevi. dar/AGIMEG