Controlli Ctd, sindacati Aams ad Agimeg: “L’Agenzia spiazzata dalla sentenza della Cassazione. Vanno ripensati tutti i controlli, come quelli sui Totem, che ora sono solo un’operazione di facciata”

“La sentenza della Cassazione è solo il punto di arrivo di una strategia processuale ben ideata, e probabilmente in questo momento anche i vertici dell’Agenzia non sanno bene come reagire”. La sentenza con cui la Cassazione certifica che il comportamento con cui la StanleyBet reagisce ai controlli non integra il reato di minaccia a pubblico ufficiale non stupisce chi quei controlli li dovrebbe effettuare per lavoro. Sulla questione Agimeg ha interpellato delle fonti sindacali dei Monopoli – che però preferiscono rimanere anonime – che ci spiegano prima di tutto cosa avviene al momento dei controlli: “I titolari dei Ctd, non appena vedono i funzionari, esibiscono un documento prestampato oppure si mettono in contatto con il dipartimento legale del bookmaker a Liverpool. In questo modo gli ispettori vengono ammonito del fatto che stanno commettendo un illecito, visto che dovrebbero disapplicare la normativa italiana, e ricevono una diffida con l’avvertimento che potrebbero essere citati in giudizio per il risarcimento”. A quel punto si può fare poco: “le sentenze delle CGE che impongono la disapplicazione della normativa italiana ci sono”. L’attività di controllo sui centri ha subito un forte rallentamento, se non un vero e proprio stop, da un anno a questa parte. Del resto una circolare del Ministero degli Interni di inzio 2015 ha escluso tassativamente “il potere dell’Autorità di Polizia di interrompere l’attività di raccolta delle scommesse, neppure in via cautelare”. In altre parole gli agenti di Polizia non devono procedere al sequestro immediato del centro ma devono limitarsi a trasmettere il fascicolo all’Autorità Giudiziaria, che poi valuterà i provvedimenti del caso. Proprio l’iter che la stessa Stanley chiede di seguire da tempo. Ma senza il sequestro cautelare pendente, il caso non ha carattere d’urgenza, e viene affrontato seguendo i tempi e le priorità degli altri casi. Il risultato è che “I controlli li fanno mal volentieri i dipendenti dell’Adm, e li fanno ancora meno volentieri le Forze di Polizia. Soprattutto la Guardia di Finanza non impegna inutilmente risorse quando sa che il controllo effettuato non sfocerà in nulla” ci spiegano ancora i sindacati. Stanley ha annunciato l’intenzione di partecipare alla gara del 2016, ma la questione Ctd potrebbe non risolversi. Da un lato bisogna vedere se altri operatori paralleli cercheranno di sfruttare le stesse armi legali; dall’altro il problema è più ampio, non riguarda solo i Ctd, ma l’intera attività di controllo. “Prendiamo il caso dei Totem” proseguono i sindacati. “La circolare di marzo serve solo a sondare le reazioni. Sono state introdotte sanzioni fino a 50mila euro per chi istalla queste macchine, sono stati fatti controlli in ogni parte d’Italia, e poi ci sono state una serie di sentenze divergenti, perché alcuni giudici danno fede al fatto che si tratti di giochi promozionali. Il problema è che i controlli non consentono di entrare nel meccanismo, ovvero di accertare che i premi vengono pagati in denaro. E anche quando ci si riesce, la compagnia madre fa ricadere la colpa sull’esercente. Nel corso dell’Enada, tuttavia, dei colleghi in incognito sono andati a parlare con i rappresentanti di queste aziende, e questi hanno ammesso che nel 99% dei casi i totem servono per effettuare raccolta di gioco online”. Parte del problema è anche il SIC, il Sistema Integrato Controlli ideato da Sogei, per venire incontro a un’esigenza – legittima – degli esercenti, quella di non subire dieci controlli ravvicinati, ognuno dei quali su una parte differente – la vendita dei tabacchi, o la raccolta dei singoli giochi – dell’attività svolta. “Il Sic ci obbliga a controllare contestualmente tutte le attività. Questo comporta che se hai una segnalazione – ad esempio, l’istallazione di slot illegali – e vuoi controllare quella specifica area, devi controllare anche tutte le altre. Solo che gli ispettori dell’Adm hanno ognuno la propria area di competenza. Quindi dovresti mettere insieme una squadra di ispettori, ma i Monopoli non hanno tutto questo personale. Oppure ti devi accontentare di controlli superficiali. E così, i controlli diventano un’operazione di facciata, solo per fare bella figura con un numero. Sarebbe certamente più efficace fare meno controlli, ma mirati. E consentire agli esercenti di denunciare – in maniera anonima – i colleghi che operano illegalmente”. gr/AGIMEG