Speciale giochi: nel 2015 in diminuzione la spesa in tutte le regioni italiane. Calo record in Umbria e Valle d’Aosta. Lombardia, Lazio e Campania raggruppano circa il 40% della spesa nazionale

Sono sette le regioni italiane che a fine anno avranno speso per tentare la fortuna più di 1 miliardo di euro. Al primo posto – secondo le stime elaborate da Agimeg che, in considerazione dell’impossibilità di stabilire la provenienza geografica di una puntata online, non tengono conto del gioco via internet – si piazza la Lombardia, con una spesa effettiva – cioè le giocate al netto delle vincite – pari a 3,1 miliardi di euro, un dato vicino al 20% della spesa nazionale totale, seppur in calo del 3,1% rispetto ai risultati del 2014. Il Lazio è in seconda posizione con una spesa di 1,7 miliardi (-2,7%), seguito dalla Campania con 1,6 miliardi (-2,4%). Solamente queste tre regioni rappresentano il 40% della spesa complessiva nei giochi nel 2015, pari a 6,5 miliardi. Nella top five anche Emilia Romagna e Veneto, rispettivamente con 1,31 miliardi (-2,4%) e 1,29 miliardi (-3,1%). A seguire troviamo Piemonte (1,1 miliardi, -3%), Toscana (1 miliardo, -2,2%), Sicilia (958 milioni, -4,1), Puglia  (942 milioni, -2,4%) e appaiate in decima posizione Abruzzo e Liguria (con 438 milioni a testa, rispettivamente -3,3% e -3,5% sul 2014). Il calo percentuale maggiore in termini di spesa si è registrato in Valle d’Aosta (-8,6%) e Umbria (-8,1%), rispettivamente con 32 e 227 milioni di euro. La classifica regionale per spesa si riflette sostanzialmente in quella relativa alla raccolta, con la Lombardia al primo posto con oltre 13,8 miliardi, seguita da Lazio con 7,6 miliardi e Campania con 6,8 miliardi di euro. Alle loro spalle Emilia Romagna (6 miliardi), Veneto (5,8 miliardi), Piemonte (4,9 miliardi), Toscana (4,5 miliardi), Puglia (4 miliardi), Sicilia (3,8 miliardi), con Abruzzo e Liguria a 1,9 miliardi. Tutte le regioni hanno registrato una raccolta superiore all’anno precedente ad eccezione del Trentino Alto Adige, che ha perso il 3,4% rispetto al 2014. cr/AGIMEG