Delega Fiscale. Riserva statale, pubblicità, tassazione sul margine e revisione di win e web tax: la disciplina dei giochi cambia forma

A quasi un anno dal via libera del Parlamento, la Delega Fiscale prende forma. Il settore dei giochi attende con apprensione la presentazione del decreto attuativo dell’articolo 14, quello che interessa il comparto e che di fatto riscrive completamente la disciplina in materia. Il decreto delegato sui giochi – su cui i tecnici dei Monopoli di Stato e del Ministero dell’Economia sono al lavoro in questi giorni – prevede diverse novità per il settore, che mirano a definire una regolamentazione più equilibrata: sarà presentato il 20 febbraio dal Consiglio dei Ministri, come aveva annunciato il premier Renzi, e come confermato anche dal viceministro Casero ieri in un’audizione alla Camera proprio sui tempi di attuazione della riforma fiscale. L’ultima versione del decreto delegato sui giochi – secondo indiscrezioni raccolte da Agimeg – consta di più di 100 articoli e introduce diverse novità: la tassazione sul margine per tutti i giochi (il prelievo verrà applicato sulle somme che percepiranno effettivamente i concessionari, una volta pagate le vincite, mentre finora per calcolare il prelievo fiscale si faceva riferimento alla raccolta, ovvero al volume lordo delle giocate); l’introduzione di una sorta di “riserva statale” sulle leggi e le norme emanate dagli enti locali, che mira a eliminare difformità con la normativa nazionale; un incremento della win-tax (la tassa sulle vincite) che potrebbe passare dal 6 all’8%. Per quanto riguarda il tema della riserva statale, la delega parlava chiaro nel testo approvato: lo Stato emana un regolamento nazionale – uniforme – su limiti e distanze, e Comuni e Regioni non potranno legiferare in difformità con quanto stabilito dallo Stato, come invece è accaduto in questi ultimi anni. Negli ultimi tempi, infatti, ogni regione ha emanato e applicato leggi ad hoc anti-ludopatia, che fissano distanziometri da luoghi sensibili, orari di accensione delle macchine da gioco e di apertura delle sale, incentivi sulle tasse locali per chi sceglie di disinstallare le slot dai propri esercizi commerciali. Sarà mantenuto l’obbligo di “contenere” tutti i giochi nelle gaming hall, e l’intento di far operare le slot già installate negli esercizi commerciali solo in un’apposita area separata dal resto del locale e ovviamente sorvegliata (soprattutto per tutelare il divieto di gioco ai minori). Come più volte anticipato, inoltre, la delega dovrà regolare anche la materia della pubblicità: la comunicazione commerciale di giochi con vincita in denaro “non dovrà contrastare con l’esigenza di favorire l’affermazione di modelli di comportamento ispirati a responsabilità, a tutela dell’interesse primario degli individui, ed in particolare dei minori, ad una vita familiare, sociale e lavorativa protetta dalle conseguenze di comportamenti di gioco non responsabile, determinati da eccesso o dipendenza”. Nel decreto si parla anche di una sorta di revisione-introduzione della web-tax per le società che operano sul web, quindi. L’idea sarebbe quella di considerare anche il requisito del fatturato. Così se una società che lavora su internet fattura in Italia (superando una certa soglia che sarà poi stabilita) potrebbe essere definita italiana e pertanto obbligata a pagare tutte le tasse nel nostro Paese. La versione definitiva del decreto verrà trasmessa al Consiglio dei Ministri per l’approvazione, quindi – secondo l’iter – passerà alle Camere per il parere prima di essere attuata. lp/AGIMEG